La recensione di Corro da te, dal 17 marzo al cinema

Nonostante Corro da te sia un remake molto remake, uno cioè in cui ci sono quasi tutte le scene dell’originale, in cui le scenografie sono quasi uguali e anche alcuni movimenti di camera (negli snodi cruciali) sono importati, lo stesso è decisamente migliore del suo originale francese Tutti in piedi. Non ci voleva molto sia chiaro, quello era un film di rara lentezza e smodata inutilità, che non aveva mai la capacità di infondere nella sua storia un po’ di brio. Invece Riccardo Milani con Furio Andreotti e Giulia Calenda (sceneggiatori con i quali non è certo la prima volta che collabora) dalla stessa identica materia (vale la pena ripeterlo, anche con le stesse inquadrature alle volte) tira fuori un film piacevole con qualche anfratto quasi sorprendente e un po’ di sano senso del cinema.

Il merito, va detto subito, è soprattutto del lavoro più meticoloso della media che è andato sulla recitazione. Contrariamente a molte commedie it...