La recensione di Da me o da te, il film in uscita su Netflix il 10 febbraio

Aline Brosh McKenna è la quintessenza della mestierante da studio, se ancora esistessero queste figure. La sceneggiatrice che può adattare il romanzo Il diavolo veste Prada da sola e poi passare alle commediole matrimoniali, scrivere un bel film come Il buongiorno del mattino (addirittura diretto da Roger Michell) e poi ancora un film di bambini e cani e di nuovo materia per signore con figli alle scuole medie, impostare il soggetto di Crudelia per Disney e ora passare a dirigere un film da una sua sceneggiatura. Peccato che proprio ora, nel momento più importante, la scrittura l’abbia tradita.

Da me o da te ha gli attori giusti (più Reese Witherspoon che Ashton Kutcher), ha l’ambientazione giusta e i comprimari giusti (Tig Notaro e Jesse Williams) ma il soggetto più fiacco. Un uomo e una donna vivono una notte di sesso da giovani e poi per venti anni sono amici a distanza, al telefono. Quando il film inizia u...