La recensione di Emily, al cinema dal 15 giugno

Da un biopic su Emily Brontë, scrittrice di Cime tempestose, ci si aspetterebbe quantomeno un certo interesse per la vocazione letteraria del personaggio: di vederla “all’opera”, di capire come questa abbia vissuto la scrittura. Frances O’Connor, regista e sceneggiatrice, decide invece di andare “a ritroso”: Emily non è, infatti, un film sulla scrittura ma uno sulla vita come ispirazione per l’arte, un racconto in forma (estremamente) romantica di come l’amore di Emily Brontë per un uomo l’abbia portata a scrivere il suo famoso romanzo.

Si tratta di una scelta narrativa che prende tutto il rischio della possibile delusione delle aspettative e che difatti, per quanto il film abbia in sé scene di grande qualità cinematografica, lo fa sentire come incompleto; deludente per come fallisce nell’unire l’idea di Brontë scrittrice (totalmente assente, se non con due righe di poesie ogni tanto) con quella di Brontë persona. Un vero peccato, dato c...