La recensione di Foglie al vento, il film di Aki Kaurismaki presentato in concorso al festival di Cannes
Non ci vuole molto per entrare dentro a un film di Aki Kaurismaki, basta accettarne le regole, come con l’animazione. Come si accetta il cinismo diffuso in I Simpson, come si accetta la volgarità in South Park, la demenzialità in dr. Slump e Arale o la sovraeccitazione allucinata nei Looney Tunes, così una volta accettato il mondo asciugato della manifestazione di sentimenti e retrodatato agli anni ‘50 (anche se è il presente) di Kaurismaki, si ha accesso ad un’altra dimensione del racconto e della rappresentazione degli esseri umani, una in cui l’economia del gesto è tutto e contano solo i dettagli, le sfumature e gli accenni. In Foglie al vento l’arte di questo regista magnificamente stordito da vino e sigarette è ai massimi vertici e non rimane che lasciarsi travolgere dall’uragano sentimentale più quieto, mesto e immobile mai visto!
Questo è il suo Moonrise Kingdom, ci...
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