La recensione di Holly, il film di Fien Troch presentato in concorso al Festival di Venezia

Holly è davvero in grado di migliorare l’umore delle persone con la sola imposizione delle mani? Sul serio ha il potere di calmare gli esseri umani toccandoli? Il film di Fien Troch se lo chiede senza dare una risposta chiara così a lungo che alla fine la cosa smette di avere un’importanza, ma non perché venga superata in interesse da un senso più grande. Smette di avere importanza per eccesso di irritazione. Remissiva e sempre sperduta in qualcosa che non capisce, Holly attraversa tutto questo film che porta il suo nome senza meritarsi il titolo, non ha nessuna caratura né riesce a fare di questa strana cosa che le sta accadendo un viaggio che ci possa appassionare. Eternamente bloccata in frasi di poche parole a bassa voce che, si può ipotizzare, è uno dei molti modi con cui il film cerca di rappresentare l’età adolescente, subisce la vita mentre noi subiamo il film.

È cinema di adolescenti n...