Illusions Perdues, la recensione | Venezia 78

Come aveva fatto nel divertente Marguerite, Xavier Giannoli con Illusions Perdues ritorna al film in costume ambientato tra i salotti intellettuali francesi, immergendosi ora nella Parigi della Restaurazione. Tratto dall’opera omonima di Honoré de Balzac, Illusions Perdues come il precedente parla della realtà della farsa sociale e della contraddizione tragica del voler fare un’arte “alta” quando non si ha la capacità di muoversi in un contesto sociale spietato (la nicchia aristoscratica e la sua controparte borghese). In Marguerite si trattava di una cantante lirica che non si rende conto di essere stonata e viene ingannata da tutti, qui di un giovane aspirante poeta che si immischia pericolosamente nel mondo del giornalismo commerciale corrotto perdendo di vista il suo desiderio iniziale.

Se Marguerite riusciva con comicità e irriverenza a centrare un’idea di realtà tragicomica, Illusions Perdues si fa schiacciare quasi completamente dal ...