La recensione di La petite, il film con Fabrice Luchini in sala dal 18 gennaio

Si può girare un film intero solo per un’occhiata finale? Forse no, però quando alla fine di La petite uno dei personaggi torna in scena, quando pensavamo non ci sarebbe più stato, per un rapido incontro casuale con il protagonista interpretato da Fabrice Luchini, e noi notiamo che non sta guardando appositamente qualcosa, salvo poi, occasionalmente buttarci un occhio rapido, c’è tutto il punto della storia e tutto il senso del fare un film così.

Per arrivare a quel momento occorrono però quasi due ore di una storia molto tradizionale, condotta con piacevolezza ma quasi nessun guizzo degno di nota. È quella di un padre a cui viene comunicata la morte del figlio che non sentiva molto. Al funerale scopre che lui e il suo compagno stavano cercando di avere un figlio a loro volta attraverso la maternità surrogata, che in Belgio è legale. L’esistenza di questa nipote, ancora nel grembo della madre surrogata, spi...