La recensione di Lift, il nuovo film diretto da F. Gary Gray, in streaming su Netflix dal 12 gennaio.

Non è facile puntare il dito su perchè Lift ispiri tanta simpatia. Non si può dire che rivoluzioni niente nella commedia d’azione o nel film di rapina. Il terzo atto, fra aerei agganciati in volo e lingotti paracadutati sulle Alpi svizzere, è un frullato di situazioni straviste, e così la preparazione dell’immancabile colpo del secolo. Eppure quest’ora e quaranta di totale disimpegno passa in un lampo. Lo sceneggiatore Daniel Kunka conosce il genere come le sue tasche e lo approccia con l’umiltà di chi sa dosarne bene gli elementi. I personaggi sono clichè ma non è per forza un male. Con pochi tocchi si dà vita a un mondo implausibile e divertente, fatto di pura minestra riscaldata che però risulta gustosa perchè sa di (e come) esserlo.

La premessa è delle più classiche. Un super-ladro (Kevin Hart) e la sua banda vengono assoldati dall’Interpol per rubare l’oro di un oscuro magnate (<...