Sarebbe da raccoglierli tutti, davvero. Sarebbe da raccoglierli tutti per portarli davanti a Peter Jackson, e poi mettersi in un angolo a godersi lo spettacolo del loro imbarazzo.

Sarebbe da raccoglierli tutti, gli scettici blu della domenica, la massa di criticoni (prima ancora che critici) che si scagliarono contro il regista neozelandese, quando annunciò di voler trarre non uno, non due ma ben tre film dallo "striminzito" Lo Hobbit. Lo Hobbit, già, quella "favoletta" per bambini (ricca di morte e sangue, ma ai bastian contrari hardcore poco importa) di "poche pagine" (circa 350, non tantissime ma nemmeno una manciata). Tre corposi episodi di quasi tre ore l'uno; tre insipidi mari di nulla, a sentire il coro feroce che si levò contro l'oltraggiosa, assurda impresa del Don Chisciotte Jackson.

Certo che, vedendo La Desolazione di Smaug, secondo capitolo della trilogia che ha riportato il regista nelle terre già esplorat...