La recensione di Non così vicino, nelle sale dal 16 febbraio

Che brutta storia quella di Marc Forster! Partito come regista personale con film come Monster’s Ball e anche piacevoli stranezze come Vero come la finzione, ha tentato il salto nel mondo dei registi “uno per me, uno per gli studios” con uno dei peggiori film di 007 della gestione Daniel Craig (Quantum Of Solace) e da lì ha rimbalzato tra progetti commerciali di dubbio gusto e incerta riuscita (World War Z, Machine Gun Preacher e Ritorno al bosco dei 100 acri), per finire ora a questo remake di un film svedese che sembra davvero portare la Svezia in America. E decisamente non è un complimento.

Otto vive in una specie di condominio con strada privata, più tipico di Stoccolma che di Pittsburgh, e la sua principale occupazione è rompere le scatole a tutti imponendogli di rispettare le regole. È antipatico e odioso, ma con le uniche soluzioni di regia interessanti di tutto il film vediamo che in casa sua ci sono cappotti da sign...