Si parlava di lui come possibile regista di Daredevil in quegli anni a ridosso della definitiva esplosione del cinefumetto con il primo X-Men di Bryan Singer pronto a partire.

Poi Carlo Carlei, il quale aveva già assaggiato un pezzo di Hollywood con il film per famiglie Fluke con Matthew Modine e Nancy Travis, non fece quel salto sperato verso l’élite del cinema spettacolare diventando un ottimo timoniere di solide fiction tv come Padre Pio e Ferrari, entrambe con Sergio Castellitto. Per il regista calabrese che fece impazzire gli americani, e non solo, con l’esordio La corsa dell’innocente (1992) deve essere stato dunque importante dirigere ora (anche se il film è quasi di due anni fa) una coproduzione internazionale così ambiziosa come Romeo & Juliet. In primis perché il cast artistico e tecnico è globale. In secundis perché c’era più di qualche speranza che la cosa potesse diventare grossa grazie a un nome come Julian Fellowes in sceneggiatura reduce da O...