Si inizia con un cane ucciso a calci e si conclude con un altro sgozzato. Se è vero che una delle poche regole del cinema hollywoodiano è “puoi fare tutto, ma non toccare mai cani e bambini”, Paddy Considine, al suo debutto dietro la macchina da presa per un lungometraggio (finora aveva solo girato un corto, Dog Altogether), dopo una carriera da apprezzato attore, riesce senza dubbio a dimostrare di essere più che mai lontano da quelle logiche.

Il suo è un film fortemente britannico, violentemente “domestico” come solo il migliore Ken Loach aveva saputo fare fino ad oggi. Non è un caso se per il suo Tyrannosaur Considine abbia scelto Peter Mullan, uno degli attori feticcio del regista di My name is Joe, ma a dispetto del suo “padre artistico”, qui la cruenza è mostrata fino all’ultima goccia di sangue.

E così Tyrannosaur si dimostra un film che scuote, un pugno nello stomaco che riesce a raccon...