La recensione di Un amor, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023

Natalia (Laia Costa) faceva la traduttrice simultanea in un ufficio di mediazione per rifugiati, ma il lavoro l’aveva psicologicamente distrutta. La scelta che prende Nat, tuttavia, sembra più che una liberazione una punizione auto-imposta: trasferirsi da sola in una catapecchia decadente nella campagna spagnola, in un paesino di poche anime dove tutti si fanno gli affari degli altri.

È una storia ambigua, giocata sui di ruoli di genere e gli stereotipi sociali, quella che racconta Isabel Coixet con Un amor: ed è proprio tale ambiguità, per certi versi irrisolta e provocatoria, la tesi compiuta del film. Le linee d’ombra tra la volontà di Nat e la sua sorprendente realizzazione sono infatti molteplici, ma ciò che intriga di Un amor è proprio il modo in cui presenta certe dinamiche relazionali su cui, chi guarda, viene messo davanti al suo pregiudizio.

L’amore del titolo (e tratto dal libro di Sara Mesa) è...