E meno male che esiste Roy Andersson.

E’ arrivato il degno compare folle di Hungry Hearts di Saverio Costanzo il quale però, seppur parecchio pazzerello, rispetto al regista svedese sembra un prevedibile razionalista.
En duva satt på en gren och funderade på tillvaron ovvero A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence ovvero Un piccione siede su un ramo riflettendo sull’esistenza (traduzione letterale).
In una Svezia color cenere si aggirano dei vivi che sembrano morti o, se ci trovassimo in Giappone, degli attori del teatro Nō che hanno cominciato a struccarsi e sono rimasti a metà.
Le loro facce sono incipriate di un bianco spettarle. Ironico, come la prima sequenza insegna, che questi morti viventi, molti dei quali grassi, si aggirino lentamente in un museo di scienze naturali dove sono esposti uccelli impagliati o scheletri di Tyrannosaurus rex in miniatura.
Come nel caso di You, the Living (2007), film più noto di Andersson in Italia e ultima fatica del nativo di Gö...