Amato come può esserlo un profeta che porta un’idea di cinema ben precisa e odiato per lo stesso motivo, Zack Snyder è, senza timore di smentita, il più controverso tra gli autori in prima fila nel cinema mainstream dell’ultimo decennio (e più). Nessuno come lui ha saputo alimentare le focose discussioni tra cinefili ed estendere l’incendio (quindi il calore della passione) su un pubblico vastissimo. Uno stile netto, riconoscibile, esagerato nella messa in scena e al contempo ambiziosissimo. Fonde una grande precisione nell’ottenere quello che vuole, citando fonti “alte” (dai capolavori dell’arte pittorica ai riferimenti sacri), ma dando anche al pubblico l’intrattenimento più spettacolare. 

Un esempio? Adatta 300 di Frank Miller in un film che cerca l’epica in ogni scena. Spinge al massimo l’artificialità, con una computer grafica evidente e una stilizzazione dell’immagine insolita. Poi però fa anche un lavoro filologico, adattando con precisione, quasi inquadratura per inquadratura le tavole. Buona o cattiva che sia, questa è un’idea di cinema chiara e personale. Lo stile di Zack Snyder salta agli occhi. La sua poetica è lampante, la sua mano riconoscibile: sta al pubblico accettarla o rifiutarla. 

Così, per prepararsi alla visione su Netflix di Rebel Moon Parte 1: figlia del fuoco, il nuovo film del regista, vi proponiamo 10 scene che definiscono il cinema di Zack Snyder. Sono i momenti da citare per raccontare il suo cinema a chi non lo conosce. Un piccolo bigino delle sue ossessioni per capire di come vedono i suoi occhi.

l'alba dei morti viventi

Dritti al sodo e soprattutto con molti fronzoli. Questo è il cinema di Zack Snyder. L’alba dei morti viventi è il suo primo film e ancora oggi è tra i più riusciti. La sequenza di apertura è micidiale. Un breve accenno alla quotidianità di un’adorabile famiglia e via. Si parte con l’attacco di una bambina zombie e tutto degenera a una velocità incredibile. Quando dalla casa in cui si svolge la sequenza si esce nel quartiere ci si trova in un mondo cambiato. È l’apocalisse zombie. C’è un sacco di sangue ripreso con inquadrature sempre ricercate e “cool” anche nel mostrare l’orrore. Musica, suoni, grida. Un cinema che spinge al massimo tutte le leve che ha a disposizione.

300 – Questa è Sparta

Leonida spinge i messaggeri nel pozzo al grido di: “Questa è Sparta”. Un momento impresso a fuoco nella mente di chi era entrato in sala aspettando 300 come un classico film di guerra con ricostruzioni storiche e con un minimo valore informativo. Tutto al contrario, con quel calcio il film ha chiarito le cose. Non è lì per fare una lezione di storia antica, ma per portare in un frullatore d’azione e di violenza da fumetto che ricreasse quella sensazione che si ha leggendo le pagine: tutto è possibile. La scena, ma quasi tutto 300, dimostra la capacità di Zack Snyder di trovare immagini che non lasciano indifferenti. Amate o odiate entrano nell’immaginario collettivo e lì restano.

Watchmen – I titoli di testa

Il momento più alto della sua filmografia. Watchmen è un film quasi (!) filologico. Molte scene sono ricreate inquadratura per inquadratura e i cambiamenti sono necessari (come il finale) o sofferti (e spesso criticati). La libertà più grande che si è preso è nei titoli di testa. Fotografie e istanti di storia al rallentatore. Mentre Bob Dylan canta The Times They Are A-Changin’, il film si racconta con una sintesi impeccabile. Un prequel in cinque minuti che assomiglia più al capolavoro di Alan Moore rispetto a tutto ciò che arriva dopo.

Il regno di Ga’Hoole: La leggenda dei guardiani – Soren e la tempesta

Uno dei film di animazione più carichi ed esaltanti di sempre. Estremamente sottovalutato, probabilmente per via del tono troppo adulto rispetto al pubblico che normalmente vedrebbe un film su gufi parlanti, l’adattamento della saga letteraria di Kathryn Lasky ha però scene e immagini magnifiche. Nello spostarsi da una zona all’altra durante un lungo volo Soren, il protagonista, entra in mezzo a una tempesta. È un momento di sospensione lirica, tra fulmini e migliaia di gocce che ancora oggi (il film è del 2010) reggono benissimo. È un’animazione curata in ogni dettaglio, dalla luce della scena alle piume fino ai movimenti dei personaggi. Lisa Gerrard accompagna il rallentatore con la sua voce. In sala fu anche un grande uso del 3D. In 2D resta un momento da brividi che dimostra quanto i ralenti di Snyder possano essere efficaci

Sucker Punch – La colonna sonora

Sucker Punch specchi

Il cinema del remake e del remix, dell’omaggio che rimescola le carte in tavola e crea qualcosa di nuovo. L’occhio per la citazione e le convenzioni dei generi serve per aprirsi la strada verso il cinema più (post)moderno che ci sia. Tutto questo è sintetizzato bene dalla colonna sonora di Sucker Punch interamente incentrata su cover e mash-up (I Want It All / We Will Rock You). L’effetto è spesso troppo letterale. Sweet Dreams (Are Made of This) in apertura ci introduce a un universo onirico e così via. Però il disco della colonna sonora è la planimetria del mondo emotivo del regista.

Man of Steel – Il primo volo di Superman

Un film che combatte con due anime. La prima è la migliore: un’opera quasi spirituale che riflette sui massimi sistemi con un tono che vorrebbe imitare il modo in cui Terrence Malick inquadra l’uomo e la natura. La seconda è quella da grande blockbuster semi apocalittico in cui la distruzione fa da padrona. Il momento in cui queste due volontà si incontrano è il migliore: il primo volo di Superman. L’enfasi sul personaggio e il divertimento spettacolare riescono a costruire un momento da supereroi unico e veramente iconico.

Batman v Superman: Dawn of Justice – Il Knightmare

Zack Snyder Knightmare batman v Superman

Simbolo di tutte le gioie e le contraddizioni del cinema di Zack Snyder. Il Knightmare è praticamente un cortometraggio a sé all’interno di Batman v Superman: Dawn of Justice. Una visione potente e inquietante, ma anche una promessa mancata. Uno sguardo troppo grande di un qualcosa che sarebbe arrivato più in là. Ambiziosissimo, Snyder l’ha inserito confidando di poter completare l’intero progetto dando un senso a una lunga sequenza che, presa considerando solo questo film, appare bellissima, ma staccata da tutto il resto. Nessun altro regista avrebbe però avuto l’ardire di metterla nel film rischiando così tanto.

Zack Snyder’s Justice League – Tutto ciò che è venuto prima

Il tempo che è trascorso tra la Justice League diretta da Joss Whedon e l’uscita della versione di Zack Snyder raccontano il suo cinema, il suo modo di essere regista e il suo rapporto con i fan. È riuscito a costruirsi un culto che ha forzato lo studio a una decisione senza precedenti. Rimettere mano e soldi a un film chiuso nei magazzini e concluderlo. Quattro ore di puro Zack Snyder senza freni. Tra alti e bassi trova il momento più emozionante nella solenne corsa di Flash che entra nella Forza della Velocità. Con un 4:3 assurdo, una durata insensata e una carica costante per tutto il film, Zack Snyder’s Justice League rappresenta l’apice del regista non tanto per il suo risultato ma per come ci si è arrivati.

Snow Steam Iron – L’artigianalità 

Alla fine di Zack Snyder’s Justice League c’è una sequenza con Harry Lennix nei panni di Martian Manhunter girata nel cortile di Zack Snyder. Snow Steam Iron è un corto che ha aiutato a rimettere in pista il regista dopo la tragedia avvenuta in famiglia. È spettacolare e girato con iPhone. Perché nonostante i budget esorbitanti e il compito di creare un universo cinematografico, Snyder non ha mai perso la sua vena artigianale. Quella di un cineasta che ha bisogno di creare film, non importa come e con quali mezzi.  

Army of the Dead – La tigre zombie

Un film di zombie con i morti viventi che corrono e sono organizzati. Tutto si svolge in una Las Vegas devastata. C’è un manipolo di persone che deve entrare e uscire recuperando un sacco di soldi. Dovranno fare guerra totale all’orda che li vuole ammazzare e a… una tigre zombie. Le differenze che passano tra L’alba dei morti viventi e Army of the Dead coincidono con il cambiamento fatto da Zack Snyder come regista. Prima si è dimostrato abile nell’aggiornare in chiave moderna e giovane un genere classico. Poi ha provato a stravolgerlo in maniera molto personale e a rinfrescarne i canoni. È questo il motivo per cui, che si sia fan o osteggiatori, ancora non si può fare a meno di parlare di Zack Snyder.

Vi ricordiamo che Rebel Moon parte 1: Figlia del Fuoco sarà disponibile su Netflix dal 22 dicembre! Trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda.

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