Nella prima decade degli anni Duemila, film come Daredevil, Ghost Rider ed Elektra erano tra i primi rappresentanti di una categoria che nel tempo sarebbe divenuta nota al mondo intero: i “cinecomic”. Stiamo parlando di un mondo ancora lontano dall’idea di universo condiviso, introdotto con Iron Man solamente nel 2008. Un mondo dove i diritti per l’utilizzo dei vari supereroi Marvel e DC erano sparpagliati ai quattro venti, rendendo la creazione di una narrazione coesa semplicemente impossibile. Eppure, forse proprio per questa limitazione, gli autori coinvolti sembravano volersi impegnare per rispettare il materiale originale. Per fare in modo di attirare i lettori di fumetti al cinema, sorprendendoli con avventure spesso ricche di citazioni e riferimenti alle storie a fumetti.

Nonostante questo impegno, la maggior parte dei cinecomic dell’epoca risulta quantomeno trascurabile. Certo, si salvano gli Spider-Man di Sam Raimi (non tutti) e gli X-Men di Bryan Singer (non tutti), ma in generale la qualità media delle pellicole fa apparire i più criticati cinecomic dei giorni nostri come dei piccoli capolavori. Eppure, al di là di tutte le criticità, è evidente una piccola scintilla sotto quella superficie all’apparenza banale. Ne è un esempio proprio il film di Daredevil, scritto e diretto da Mark Steven Johnson e dedicato al supereroe cieco della Casa delle Idee.

Il regista statunitense, infatti, ha catturato alcuni dettagli dell’alter ego di Matt Murdock che nemmeno la tanto celebrata serie TV targata Netflix è riuscita a evidenziare. Piccoli frammenti dell’anima di un supereroe divenuto famoso per le sue run più tetre, ma che nasconde anche un carattere solare. Ma andiamo per gradi.

Daredevil

UN EROE DALLE DUE ANIME

Una delle più grandi verità, quando si parla di personaggi dei fumetti, è che il i vari eroi mutano in base all’autore che li scrive. Basti pensare al fatto che, per questo motivo, persino una delle domande più famose all’interno della cultura nerd non ha una vera e propria risposta. Se qualcuno vi dovesse chiedere, infatti, chi sia più forte tra Hulk e la Cosa, sappiate che non troverete una soluzione. I due personaggi si sono scontrati più volte, ma è sempre lo sceneggiatore di turno a decidere chi “meriti” la cintura del supereroe più potente.

Lo stesso si può dire della psicologia dei vari personaggi, tra i quali spicca senza dubbio Daredevil. Matt Murdock, infatti, può essere un eroe cupo e drammatico come nelle migliori storie di Frank Miller, ma allo stesso tempo può essere solare e gigione come nella run scritta da Mark Waid. La verità è che, in entrambi i casi, stiamo parlando di avventure sensazionali, che tutti gli appassionati di fumetti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita.

Mark Steven Johnson non ha fatto altro che tentare di mescolare i due linguaggi. Nel film del 2003, infatti, possiamo trovare momenti più drammatici alternati a situazioni più leggere. Il tutto arricchito anche da un tocco di romanticismo che, accompagnato dalle canzoni degli Evanescence, non può che strappare un sorriso nostalgico.

Daredevil

IL DOVERE DI PRENDERSI SUL SERIO

È innegabile: Christopher Nolan ha contribuito a creare un immaginario supereroistico oscuro e dai toni realistici. Un immaginario che, però, talvolta rischia di far prendere troppo sul serio alcuni prodotti. Dopotutto stiamo parlando di eroi dei fumetti. Di personaggi che indossano tute in spandex e combattono i criminali grazie ai loro superpoteri. A differenza dello show ideato da Drew Goddard, il film di Daredevil abbraccia maggiormente il tono scanzonato delle storie su carta, portando in scena quello che a tutti gli effetti riconosciamo essere un supereroe, nel senso più classico del termine.

Sia chiaro: con questo non vogliamo assolutamente screditare l’ottima serie Netflix, che però prende una strada nettamente differente. Una strada che vede il serial televisivo prendersi tremendamente sul serio, trattando comunque la storia di un eroe in tuta (questa volta da motociclista) che picchia i criminali. 

La pellicola prodotta dalla 20th Century Fox è invece molto più diretta nel comunicare con il pubblico. Tratta il supereroe come tale, senza cercare di costruirgli attorno una sovrastruttura di realismo della quale, forse, questa tipologia di personaggio non ha assolutamente bisogno. Magari il motivo per cui le storie della Marvel degli anni Sessanta e Settanta funzionano ancora al giorno d’oggi è proprio perché sono così semplici e coerenti con la tipologia di racconto alla quale appartengono. Una sorta di classico moderno, dove valori positivi e negativi si affrontano, per poi arrivare alla vittoria dei primi sui secondi.

Daredevil

IL FILM DI DAREDEVIL È UNA VALIDA ALTERNATIVA ALLA SERIE TV DI NETFLIX?

Il punto di partenza per questo articolo è senza dubbio la domanda che trovate qui sopra. La verità, però, è che non siamo noi a dover dare una risposta. Come abbiamo potuto vedere, Daredevil è un personaggio dalle due anime: una più scanzonata e una più drammatica. Il film di Mark Steven Johnson offre senza dubbio un’alternativa alla serie di Drew Goddard. Sulla parola “valida”, però, lasciamo il giudizio a voi.

Noi abbiamo già avuto modo di esprimere la nostra opinione in passato, ma quello che ci interessa sapere è come avete percepito voi questa pellicola. Vi è piaciuta? Siete tra coloro che la affossano? Avete amato la Director’s Cut con i suoi trenta minuti aggiuntivi? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se volete venire a parlarne direttamente con noi, passate a trovarci sul canale Twitch di BadTasteItalia.

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