La grande rivalità tra la Marvel e la DC nasce in ambito fumettistico e sembra riproporsi in ambito cinematografico. Una sfida a braccio di ferro che, in realtà, esiste solo tra le tifoserie contrapposte dei fan e nella filosofia che guida le produzioni. I Marvel Studios sono quelli della continuità e del grande universo condiviso, la DC si è posizionata come una casa di one shot, film per lo più slegati l’uno dall’altro e più liberi come tono. Eppure sia nei fumetti che nell’audiovisivo, la concorrenza non ha mai danneggiato nessuna delle due case, anzi ha stimolato continui rinnovamenti da entrambe le parti.

I Marvel Studios e la DC\Warner stanno sfruttando al massimo il filone d’oro dei cinecomic, spesso sbagliando, altre volte trovando ottime varianti a personaggi ormai già usati e abusati (Spider-Man: No Way Home e The Batman). È probabile che nel giro di pochi anni si saranno tentate tutte le strade logiche permesse dal genere, ci sarà stanchezza e si vedrà un cambiamento nelle mode. Oppure no, questi film continueranno a rilanciarsi, a creare altre cose che interessano il pubblico ancora per decenni. Comunque andranno le cose è probabile che se una delle due case declinerà sarà per un cambiamento dei tempi, non per colpa della rivale.

La posizione della Sony nella rivalità Marvel Studios e DC

Poi c’è la Sony, con una posizione marginale sta coltivando il proprio universo come una terza via. È uno Spider-Verse, cioè attinge da tutte le proprietà intellettuali legate all’Uomo Ragno che hanno a disposizione a partire dallo storico accordo del 1998. Amy Pascal si può definire però ad oggi una preziosa alleata di Kevin Feige e dei Marvel Studios. Insieme hanno portato lo Spider-Man di Tom Holland negli Avengers, pur con qualche difficoltà legale nel mezzo.

Eppure oggi Sony e il suo progetto narrativo sono un bel problema per la Marvel. Non una serpe in seno, nessuno dei due vuole azzoppare l’altro. Però è evidente che, fino ad ora, lo sviluppo in parallelo dei due mondi è un tandem non sincronizzato che rischia di autosabotarsi. 

Perché i numeri non sono tutto. E quelli di Sony sono clamorosi, ma raccontano poco. 856 milioni di dollari worldwide di Venom sono un segnale positivo, i 506 di Venom – La furia di Carnage in tempo pandemico anche. L’Oscar a Spider-Man: Un nuovo universo, insieme ai 375 milioni, sono incoraggianti per i prossimi due film che dovranno uscire.

Ma i numeri mostrano solo una parte della realtà, dicevamo, perché nei progetti condivisi, negli universi narrativi, serve continuità e affetto per funzionare sul lungo. Invece nel parco Sony c’è Morbius, con due uscite al cinema e solo 167 milioni e una terribile reputazione. C’è la tiepidissima ricezione critica e di pubblico dei due Venom, che chiede alla svelta un cambio di passo a livello qualitativo. E c’è un progetto, forse legato anche al multiverso (si veda la post credit di Morbius) che sta arrivando ed è, ad ora, totalmente incomprensibile. 

Sony Venom Marvel Studios

Un universo incomprensibile

Sony non ha intenzione di rallentare, anzi, ad affiancare i Marvel Studios nei prossimi anni dovrebbero essere i film su Kraven il cacciatore e Madame Web. La sceneggiatura di Venom 3 è stata scritta ed è stato annunciato il film su El Muerto con il musicista Bad Bunny nei panni del minore dei minori personaggi di Spider-Man. Mentre la Gatta Nera, Sable e Silk hanno il futuro incerto e, secondo alcune voci, televisivo.

Poco si sa, e ancora meno si capisce del rapporto potrebbe avere con il già delicato Marvel Cinematic Universe, che a sua volta sta vivendo un periodo di radicale ricostruzione. Una gran confusione: le due dimensioni narrative sono molto vicine (si sono intrecciate anche con gli Spider-Men) però non è dato sapere chi esista in quale mondo. Se però il problema narrativo si può risolvere abbastanza facilmente, grazie magari a Spider-Man: Across the Spider-Verse e il successivo Beyond the Spider-Verse (andremo addirittura fuori dal semplice mondo animato? Chi può dirlo). Oppure con Madame Web, le cui prime immagini trafugate dal set indicano un’ambientazione temporale agli inizi del 2000, in corrispondenza con i film della trilogia di Sam Raimi.

La confusione farà male anche ai “nuovi” Marvel Studios

Speculazioni a parte però, il Sony Spider-Verse non ha ancora trovato un modo per comunicarsi al pubblico. È disomogeneo, sembra improvvisato lungo la corsa. Da una parte c’è un Kevin Feige che cerca di tenere la sua creatura il più distinta possibile, mentre Amy Pascal cerca di avvicinare agli occhi del pubblico i due progetti.

I Marvel Studios non hanno più quel look and feel che tiene insieme tutti i loro film. Anzi, stanno sperimentando stili radicalmente differenti. Abbiamo avuto un horror (Doctor Strange nel multiverso della follia) e una commedia coloratissima (Thor: Love and Thunder) nel giro di pochi mesi. È più semplice per la Sony confondersi, venire percepito come parte integrante dell’MCU e vivere di quella luce riflessa.

Il problema però è che per durare a lungo questa invasione di supereroi deve promettere di non andare mai sotto certi standard qualitativi di progettualità. Un universo condiviso può essere diverso, ma deve anche essere garanzia di trovare quello che ci si aspetta. Anche nei film Marvel meno amati dal pubblico (Eternals), c’è un’idea realizzativa (non una qualità) comune. Ben distante dal raffazzonato Morbius, che non solo non riesce ad essere un buon film, ma proprio non ci prova!

Anche i Marvel Studios falliscono. Quando accade si percepisce la distanza del singolo film rispetto al disegno generale. C’è sempre l’ambizione di fare qualcosa che conti. Non si può dire, ad esempio, che Thor: the Dark World non fosse ambizioso. Allo stesso modo i semplici Ant-Man si proponevano di introdurre tasselli importanti alla continuità. Black Panther non è un film riuscito, ma ha la voglia di cambiare il modo in cui si sono rappresentati i supereroi. Il debole Black Widow è però importantissimo per quello che svela del personaggio e così via…

Anche a livello tematico i Marvel Studios hanno sempre cercato di tirare dei fili conduttori: le figure paterne, il graduale crollo della figura del supereroe come uomo o donna senza macchia e la crisi del ruolo, l’amore per i propri strumenti e il peso della celebrità. I film Sony invece sono in netta discontinuità da questo punto di vista. Pur cercando in ogni modo di appartenere allo stesso mondo, hanno un’idea di supereroe figlia di dieci anni fa. 

Spider-Man Sony Marvel Studios

I Marvel Studios non vogliono compagnia… tranne quando gli serve

Non sarebbe grave per il progetto di Kevin Feige se la distinzione tra le due produzioni fosse netta. Fuori dalla nicchia di esperti c’è però ancora un’opinione pubblica (ma anche certa stampa generalista) che non ha ben chiari i confini dei personaggi Marvel con quelli DC. Figurarsi la sottile distinzione tra proprietà intellettuali e produzioni, soprattutto adesso che con il multiverso si stanno incontrando figure solitamente distanti. Xavier in Doctor Strange, per dirne uno. 

La Sony non ha progetti chiari, ma ha tanti progetti per il suo universo di supereroi. E questo può destare altri grattacapi a Feige. Si ritrova con Spider-Man, personaggio simbolo della Marvel, tirato di qua e di là in moltissimi progetti a lui collegati che non lo vedranno nemmeno protagonista. Mentre i Marvel Studios già soffrono di un’evidente saturazione del mercato tra serie tv e film, stanno per arrivare molti altri film che non potranno gestire direttamente ma che avranno conseguenze sul loro stesso piano. O, ancora peggio il rischio è che la Sony faccia piani multiversali senza l’oste: il Kevin Feige che ha rispedito a casa Venom nel tempo di una postcredit.

O le due case iniziano a ragionare a un piano comune o rischieranno di perderci entrambe e molto presto.

In fondo una volta aperto al multiverso, tutti possono gestirlo e usarlo come scusa per buttare dentro di tutto e di più. Deve essere uno strumento usato con cautela. Richiede chiarezza, pianificazione e gradualità. Serve soprattutto una ragione artistica, non solo di mercato, per proporre questi intrecci. El Muerto non sembra una di quelle. Sperando di essere smentiti.

Per la prima volta però la debolezza di un concorrente potrebbe danneggiare anche la casa dominante. Perché il tentativo di conservare i personaggi acquisiti potrebbe gradualmente rovinarli e far perdere la possibilità di usi più sensati. Morbius ci starebbe molto bene, ad esempio, con un Blade. Venom ha un disperato bisogno di Spider-Man. Madame Webb e El Muerto… idem! L’incontro tra i due universi in crescita potrebbe arrivare molto presto e forse è più inevitabile di quello che la Sony fa credere. Se che accadrà ci saranno poche alternative per i Marvel Studios: fondersi bene, con un’idea progettuale, o aspettare che l’altro imploda sperando di restare danneggiati il meno possibile.

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