Apple sta imparando a portare i propri film al cinema e a valorizzarli sulla sua piattaforma. Per lo meno è quanto confida Tim Cook per il futuro prossimo della divisione Apple TV. Le aspettative sulla piattaforma sono al minimo, ma c’è ottimismo. Lo spiega nella sua newsletter Matthew Belloni: per l’azienda di Cupertino un film può essere considerato un successo al box office se ripaga almeno i costi di P&A e marketing per il rilascio in sala. Questo perché la distribuzione theatrical di film come Killers of the Flower Moon e Napoleon è un investimento nella reputazione della piattaforma più che per recuperare tutti i soldi investiti dalla sala. L’idea è che dare un passaggio sul grande schermo a queste colossali opere, dirette da due importanti registi, contribuisca a portare pregio e attenzione sul servizio streaming generando un meccanismo virtuoso per l’ecosistema Apple.  

Jamie Erlicht e Zack Van Amburg, i supervisori della produzione audiovisiva, che riportano ad Eddy Cue, a capo di Apple TV+, sono stati convocati in una riunione a dir poco fondamentale con Tim Cook. All’ordine del giorno c’erano i recenti flop da 200 milioni di dollari, tra cui pesa quello sonoro di Argylle. C’era il fatto che secondo Nielsen il servizio di streaming genera meno dello 0,5% delle visualizzazioni totali delle persone collegate alla TV. Oppure il fatto che alcune star delle serie Tv sono pagate l’esorbitante cifra di 750 mila dollari ad episodio, che hit come The Morning Show e Scissione (di cui è in lavorazione la nuova stagione) drenano denaro a partire dai ricchi contratti del cast. Eppure, secondo quanto riportato dal giornalista, non sono volati gli stracci. 

Anzi: l’esperienza del 2023 è servita per imparare. Ora, continuando sulla stessa strada, si può fare di meglio. Questo spirito di ottimismo che pare avere guidato la riunione è dimostrato dall’assurdo budget per il film sulla Formula 1 diretto da Joseph Kosinski

Cosa pensa Tim Cook della situazione della piattaforma Apple

Mentre Apple continua a rischiare con enormi investimenti (come dicevamo nelle precedenti analisi, chi meglio di lei può permetterselo?), Hollywood tira un sospiro di sollievo. Cook è d’accordo nel continuare a proporre i contenuti sia in sala che su Apple TV+. Per l’industria significa avere un importante rubinetto di investimenti ancora aperto. Uno che alimenta le sale con titoli di qualità e porta contenuti in una stagione che vede una contrazione dovuta agli scioperi. Gli autori possono continuare a realizzare progetti che pochi altri studi sono disposti a finanziare. È solo questione di migliorare il modo in cui si comunicano e si distribuiscono i film, pensano in Apple.

A tal proposito: il sistema adottato da Apple è particolare: a differenza di Amazon che con l’acquisizione di MGM ha creato una rete distributiva tutta sua, Apple si affida di volta in volta a distributori differenti, quasi a sondare quale possa essere l’ideale per una partnership duratura. Questa fase di “raccolta dati” viene attutita dall’ecosistema. L’azienda affianca servizi in perdita ad altri estremamente profittevoli, potendosi permettere di osare – e perdere, entro certi limiti – dove più le interessa sperimentare. 

Mentre Apple porta acqua al suo ecosistema, Hollywood può ancora contare su ingenti investimenti e titoli “di serie A”, come il già citato Formula 1, Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna di Greg Berlanti, o Wolfs di John Watts con Brad Pitt e George Clooney. Riuscirà almeno uno di questi ad essere un successo netto? Apple incrocia le dita e con lei anche le sale. 

Fonte: Puck

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