Il successo di Mercoledì ha fatto tornare di moda una parola che non era al centro dell’attenzione più o meno dai tempi dell’uscita di The Big Bang Theory (poi spieghiamo): “disadattata”, il descrittore più usato per identificare il personaggio di Jenna Ortega e pessima traduzione dell’inglese “outcast”. Perché pessima? Grazie della domanda, che ci permette di parlare di cose che non c’entrano nulla con il cinema. “Outcast” letteralmente significa qualcosa come “gettato fuori, cacciato”: l’outcast è una persona che la società ha deciso di escludere per via della sua diversità. “Disadattata”, invece, sposta la colpa sulla vittima e non sui carnefici: il problema non è che la gente non riesce ad accettare la tua diversità, il problema sei tu che insisti con la tua diversità invece di uniformarti. In entrambi i casi, comunque, il termine nella sua accezione cinematografico-televisiva è spesso considerato come un complimento da chi lo riceve invece come insulto, una medaglia d’onore: “sono fiera di essere una disadattata se le persone adattate sono come voi” è uno dei messaggi della serie.

Come dicevamo sopra, il punto di svolta per la figura del disadattato, grande protagonista del cinema anni Ottanta e Novanta, è arrivato con l’uscita di The Big Bang Theory e più in generale con la riscoperta e rivalutazione del nerd come categoria esistenziale. E siccome le due cose vanno spesso di pari passo (se sei un disadattato di solito hai abbastanza tempo libero per diventare anche un nerd), nel momento in cui i nerd sono diventati il nuovo sexy i disadattati sono spariti, o quantomeno passati di moda. Siamo dunque qui per celebrarli, non con una classifica dei migliori film di Tim Burton come pensavate ma con dieci film nei quali il disagio esistenziale e l’incapacità di adeguarsi alle norme sociali condivise la fanno da padrone. NB i film parlano di outcast, ma la lista in sé è perfettamente adattata, ed è quindi in serissimo ordine alfabetico.

Mercoledì Dodgeball

Dodgeball – Palle al balzo

Il sottotitolo originale del film è “A True Underdog Story”. “Underdog” è la versione ottimista di “outcast”: indica la persona (o la squadra, in questo caso) sulla quale nessuno scommetterebbe ma che alla fine vince nonostante i favori del pronostico andassero altrove. I protagonisti di Dodgeball sono quindi indiscutibilmente dei disadattati, ma hanno anche la fortuna di stare in un film che li vuole vedere trionfare.

Edward mani di forbice

Edward (solo così, senza cognome, come i calciatori brasiliani) è l’emblema del disadatto, non solo perché come suggerisce il suo soprannome ha due paia di forbici al posto delle mani, ma anche perché non è nato così: è stato creato, nel senso che c’è un tizio che si è messo lì e ha pensato “com’è che faccio a rendere il meno adatta possibile alla vita sociale questa mia creazione?”. Cioè, è disadattato per design. E orfano.

Full Monty

Quella dei protagonisti di Full Monty è una forma di disadattamento decisamente diversa da quella di cui soffre (o gode) (sono la stessa cosa) Mercoledì, ed è una forma per la quale il termine “outcast” funziona diecimila volte meglio. Sono persone che erano perfettamente adattate, finché “le mutate condizioni socioeconomiche” le spingono ai margini della società, e le costringono a reinventarsi e ritrovare la propria strada in un mondo che ora le guarda come reiette. Insomma: essere disadattati non è una condizione genetica innata, lo si può anche diventare.

Ghost World

Ghost World è la storia di due ragazze che esistono nel disagio, con il disagio e per il disagio, perfettamente interpretato da Steve Buscemi. È anche una guerra tra diversi livelli di disagio, che porterà le due inizialmente inseparabili amiche (reiette sì, ma insieme) ad allontanarsi sempre di più a causa dei loro diversi gradi di (dis)adattamento.

Sfigati

IT

IT è la storia di un’entità cosmica millenaria che si manifesta sulla Terra sotto forma di pagliaccio ma anche di altre cose e che vive nutrendosi di bambini e in generale di carne umana. È anche però la storia di un gruppo di ragazzi (e una ragazza) che si chiamano “gli sfigati” o “i perdenti” a seconda se preferite la traduzione libera o letterale. Ed è pure la storia di come, a volte, essere disadattati sia una condizione passeggera, mentre il terrore dei clown è eterno.

Mean Girls

Cady Heron è l’epitome della disadattata non per colpa sua, e Mean Girls è una straordinaria parabola di crescita sui rischi dell’adattarsi e sulla differenza tra essere popolari e avere delle amiche. E sulle strutture e sovrastrutture sociali e antropologiche che sottendono al microcosmo scolastico, una delle migliori lenti d’ingrandimento possibili per studiare l’essere umano. Insomma, un capolavoro mai abbastanza lodato.

Napoleon Dynamite

Napoleon Dynamite è un modello per i disadattati di tutto il mondo perché non gliene frega nulla. Cioè: soffre perché viene bullizzato, si rende conto di essere visto come “strano”, ma questo non influenza in alcun modo la sua vita o le sue scelte. Lui si limita a essere Napoleon Dynamite e a fare le cose buffe che fa Napoleon Dynamite. In imbarazzo? Ci sarete voi in imbarazzo, lui di certo no.

Schegge di follia

Grande classico del disagio anni Ottanta con una ormai mitologica Winona Ryder, Schegge di follia è un po’ quello che succederebbe se la protagonista di Mercoledì mettesse effettivamente in pratica tutti quei piani omicidi che accarezza per l’intera serie senza mai però alzare veramente un dito. Poser.

Schegge

Suxbad

Potremmo parlare di Seth ed Evan, della loro amicizia, del loro status sociale e di come questo determina la loro esistenza, dei dolori della crescita, dell’importanza dell’amicizia, di tutte quelle cose commoventissime di cui Suxbad parla tra una tetta, della birra e un rutto. Ma ovviamente non siamo qui per questo, ma per celebrare il disadattato supremo e la sua incredibile avventura da re per una notte: Suxbad è prima di tutto McLovin, e chi vi dice il contrario spara ai cartelli stradali.

Taxi Driver

Finora abbiamo associato il disadattamento sociale all’adolescenza-e-dintorni. Travis Bickle non è più un ragazzino, ma questo non lo rende meno scollato dalla realtà. Il fatto che sia un veterano di guerra abbandonato a sé stesso dagli Stati Uniti lo rende sorprendentemente simile a un altro noto disadattato di successo del cinema, John Rambo. Aneddoto divertente: Taxi Driver è il film preferito di Gaspar Noé e Travis Bickle “l’unico eroe cinematografico che vorrei essere se potessi scegliere”, a dimostrazione che non importa quanto siate disadattati, se siete cool troverete sempre qualcuno pronto ad adorarvi.

Trovate tutte le informazioni su Mercoledì nella nostra scheda.

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