Gli anime in live action sono il futuro di Netflix?

La guerra dello streaming che stiamo vivendo da tempo è, più in dettaglio, una guerra di contenuti. I cataloghi delle piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video, Disney+ vanno alimentati quotidianamente per reggere un sistema economico i cui parametri di valutazione principali sono il tempo di visione e la permanenza totale degli spettatori. La capacità di mantenere gli iscritti è quindi fondamentale tanto quanto l’abilità nel generare nuovi abbonamenti. Una macchina gigantesca che per muoversi ha bisogno di ingenti iniezioni di benzina (fuor di metafora: contenuti) che la rinnovino e la mantengano attraente.

Cosa dicono i numeri degli anime: tra streaming su Netflix e nuovi contenuti live action.

Secondo una approfondita analisi a cura di parrotanalytics, Netflix sta ampliando la propria offerta con una nuova strategia. Guarda al mondo degli anime, ne acquisisce le proprietà di successo e le traduce in live action. Abbiamo assistito recentemente a un processo simile sul mondo dei videogiochi. Il successo di The Witcher e gli esperimenti su Castlevania sono sintomo di una ricerca piuttosto rapida di franchise su cui fidelizzare i sottoscrittori. Facile capire perché: prendere spunto da immaginari preesistenti significa tagliare parte dei rischi e dell’impegno promozionale. Questa non è una pigrizia in fase di “ricerca e sviluppo” dato che gli adattamenti, soprattutto quelli in live action, devono essere bilanciati con sapienza. Però è un modo per non andare a tentoni nel panorama audiovisivo, ragionando su segmenti di interesse ben precisi. 

Ordinare un live action di un anime molto amato non comporta un automatico successo: occorre trovare un equilibrio tra la fedeltà all’originale, che quindi interesserebbe solamente gli utenti già appassionati, e le variazioni necessarie per introdurre nuove persone. Come ben evidenziato nello studio, Netflix misura le metriche del successo con parametri propri e che possiamo solo ipotizzare. La riuscita di un progetto va certamente considerata negli spettatori assoluti che genera, ma non solo. Spesso una questione di “affinità”, cioè il termine guida per l’algoritmo che consiglia i titoli di possibile interesse all’utente. In questo modo Netflix non vuole solo portare gli appassionati di anime sulla sua piattaforma, ma vuole introdurli all’intero catalogo. 

Guardando i numeri si può capire il perché di questo interesse. Gli anime sono il settore audiovisivo che ha visto la crescita più veloce nell’ultimo decennio. My Hero Academia e L’attacco dei giganti sono entrate nel ristretto gruppo delle dieci serie più richieste a livello mondiale. Per intenderci: giocano nello stesso campionato di Loki, The Walking Dead, The Flash… Più di 100 milioni di utenti in tutto il mondo hanno guardato almeno un titolo anime tra ottobre 2019 e settembre 2020. L’impatto di questo tipo di intrattenimento è quindi globale e intercetta soprattutto le fasce più giovani. Target che mediamente consuma più prodotto digitale degli altri.

one piece logo serie tv netflix

Quali anime adattare e come sceglierli?

L’analisi rivela che show come My Hero Academia, hanno un’alta richiesta a livello globale, tra più mercati quali Stati Uniti, Inghilterra, Canada. Possiede inoltre un alto tasso di affinità con serie come Quantico, anch’essa presente sul catalogo Netflix USA. Il pubblico dell’anime potrebbe quindi riversarsi sulla serie, distribuendo le ore di visione su più titoli.

Il live action delle serie animate è uno strumento per abbattere ulteriormente la barriera culturale. Non tutti sono infatti abituati allo stile di animazione giapponese e la presenza di star statunitensi (come Ryan Reynolds in Detective Pikachu, per esempio) può incoraggiare la fruizione.

Un adattamento dal vivo dei Pokémon (che potrebbe diventare anche un film) è già in fase di sviluppo per Netflix insieme al sequel di Death Note. La Legendary sta lavorando all’adattamento cinematografico di My Hero Academia. All’orizzonte si vedono anche la serie tv live action di One Piece e di Cowboy Bebop. Insomma, sembra che gran parte quello che vedremo sulle principali piattaforme streaming arriverà dall’animazione.

Sarà questa la strategia dei prossimi anni di Netflix per provare a portare con i live action gli appassionati di anime sulla piattaforma. Un tentativo anche di togliere spazio ai circuiti pirata, che rappresentano ancora un fattore di grande richiamo soprattutto per questo genere. Netflix cercherà così di lanciare nuovi fenomeni mainstream sia per il pubblico più giovane che per quello generico. Il ragionamento numerico avrà riscontro anche nella realtà?

Fonte: Parrotanalytics.

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