Il mio unico contatto con Destiny risale all’ormai lontano E3 del 2014, quando misi le mani sul pad per pochi minuti per sfidare gli altri giornalisti in stanza con me in non ricordo bene quale attività del Crogiolo (che allora nemmeno sapevamo si sarebbe chiamato così), probabilmente un classico deathmatch a squadre. Un qualcosa di quasi totalmente alieno rispetto ai miei gusti, visto che da sempre ho rifuggito il multiplayer online a favore delle esperienze in singolo (questo almeno fino alla per me clamorosa modalità multigiocatore di Titanfall 2, che mi ha assorbito per tante settimane e che ancora mi reclama, occasionalmente). Avevo quindi ormai abbandonato ogni mia speranza riguardo il gioco Bungie, avevo demolito il castello che mi ero costruito fin dal suo primo annuncio, a seguito del quale avevo immaginato una space opera epica ma al contempo criptica, intensa ma anche malinconica. I primi artwork del gioco, su tutti quelli del Viaggiatore, si erano impressi vividamente...