Ci sono cose che sradicate dal loro contesto di riferimento perdono forza, espressività, carattere, addirittura senso. Per restare nel nostro campo di competenza, molte forzature narrative di Metal Gear Solid, senza considerare le basi filosofiche della saga, potrebbero sembrerebbero il capriccio di un game designer stravagante, non il frutto di una precisa strategia, volta a discutere e ridiscutere continuamente il medium videoludico, tramite un complesso e intricato processo metareferenziale.

Similmente, Mario Party non è Mario Party senza lo l’indivisibile terzetto composto da tabelloni fantasiosi, minigiochi divertenti e multiplayer senza limiti, . Se su console domestica il brand ha fatto sempre bene, non si può dire la stessa cosa in ambito portatile, dove l’ultimo elemento del trittico sopracitato ha sempre faticato in mancanza di un supporto all’online adeguato e consono ai tempi che corrono.

Mario Party: The Top 100, se possibile, mette ulteriormente in discussione i precetti ...