C’era una volta Kingdom, c’erano una volta un re e una regina e un regno spopolato e costruito sul fango. Con “c’era una volta” iniziano le fiabe, Kingdom fiaba non è, è un gioco oscuro, infido, crudele, frustrante, che poca speranza dà al giocatore, consapevole che quanto costruisce prima o poi sarà distrutto, gli abitanti messi in fuga, la tranquillità trasformata in rovina. C’è un modo per far sì che tutto questo non succeda, ma per come il gioco è concepito, per come si pone nei confronti del giocatore, per le sensazioni che e le emozioni che gli fa provare, la vittoria è un’eventualità non solo difficile da raggiungere, ma anche poco soddisfacente nel momento in cui la si consegue. Kingdom racconta la nascita e la rovina di un regno; e se anche occasionalmente il giocatore riesce a salvarlo, egli deve sapere che lontano dai suoi occhi tutto comunque crollerà.
Noio e Licorice, gli sviluppatori indipendenti che hanno dato vita al gioco, hanno costruito ...
Un regno e la costanza minaccia della sua fine: la recensione di Kingdom
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