E’ francamente difficile immaginare il motivo per il quale Frank Castle, il Punisher, debba preferire prendere a cazzotti i cattivi, piuttosto che sparargli in testa, lui che rispetto ai supereroi è noto preferire soluzioni drastiche: uccidere non è un tabù per Frank, perché è un uomo in guerra contro il crimine, e il crimine va annientato. Comunque in The Punisher, picchiaduro a scorrimento del 1993, nel quale lo scrivente inabissò varie 500 lire, insieme a suo fratello, bizzarramente non nella sala giochi della sua città natìa ma in quella di uno splendido paesino di montagna, Sappada, Frank mena la gente, tanto e tanta, anche se occasionalmente le spara anche. O l’accoltella, la fa saltare per aria, le dà fuoco e così via, perché comunque il beat ‘em up di Capcom ha sempre previsto oltre alla rissa anche l’utilizzo di armi di vario tipo.
Dicevamo della lotta contro il crimine, che nei primi livelli viene attuata contro teppisti e mafio...
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