Nella sua newsletter su Puck, l’insider Matthew Belloni segnala che per la partecipazione a Red One, commedia natalizia prodotta da Amazon Studios, Dwayne Johnson percepirà una paga superiore ai 50 milioni di dollari.

Belloni parla di Dwayne Johnson e di Red One in un ragionamento più ampio che va a toccare quello che la presidente della SAG-AFTRA Fran Drescher ha detto nel discorso che ha dato il via allo sciopero degli attori. Evidenzia infatti come Drescher abbia perfettamente inquadrato il discorso in maniera marcatamente “proletaria”, evidenziando le motivazioni che hanno dato il via allo sciopero per problematiche causate principalmente dagli streamer, come Amazon e Netflix, in materia di pagamenti dei residuali (e non solo!) al 99% dei membri del sindacato che non rispondono al nome di Dwayne Johnson. Che non rientrano nella sparuta minoranza di grandi star che possono rinunciare ai guadagni residuali a fronte di un compenso più elevato e che si devono accontentare delle briciole (ECCO TUTTI I DETTAGLI). Secondo Belloni, gli attori e le attrici di punta che hanno accettato simili condizioni hanno anche un vero e proprio concorso di colpa nella creazione di un contesto che ha portato alla situazione attuale.

Belloni spiega infatti che:

Secondo diverse fonti, Dwayne Johnson si beccherà più di 50 milioni di dollari garantiti per girare Red One, un film su Babbo Natale con Chris Evans che Amazon spera di distribuire durante le festività come una sorta di pubblicità per Prime. Queste fonti sostengono che il film stia superando il budget previsto e stia andando un po’ fuori controllo (un’altra preoccupazione per Jen Salke di Amazon), ma Johnson riceverà comunque la sua tariffa. Un tipo di denaro garantito del genere non sarebbe stato possibile nel vecchio sistema.

Insomma: normalmente anche una star come The Rock non avrebbe mai e poi mai potuto richiedere un pagamento di 50 milioni per prendere parte a un film, cosa che invece può esigere nel momento in cui partecipa a un lungometraggio prodotto da uno streamer che non garantirà, negli anni, guadagni residuali con l’home video, i passaggi in televisione e via discorrendo. Ma si tratta di condizioni che possono essere richieste solo da attori e attrici universalmente noti e non dalla maggioranza di chi esercita la professione e si ritrova a lavorare a progetti per lo streaming che generano un guadagno una tantum e non un gettito di residuali costanti che vengono poi impiegati a fini assistenziali e previdenziali.

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FONTE: Puck News

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