Quando hanno appreso delle tredici nomination agli Oscar per Oppenheimer, Christopher Nolan e Robert Downey Jr. stavano dormendo. L’annuncio si è svolto nelle prime ore della mattina svegliando l’interprete di Lewis Strauss da un incubo sui gatti. Sia il regista che l’attore raccontano di non aver seguito le nomination dal vivo per una forma di scaramanzia. I due sono dei veterani degli Oscar: Robert Downey Junior ha ricevuto tre nomination in tutta la sua carriera, Nolan otto. Nessuno dei due ha mai vinto, ma a questo giro sono dati per favoriti. Inevitabile quindi la domanda su cosa significhi per il regista vincere il premio. Non nega di desiderarlo molto: “Sono cresciuto guardando gli Oscar. Ho sempre amato Hollywood e i film degli studio, tutto questo. Perciò sì, sarebbe un sogno che si realizza!”.

Christopher Nolan in dialogo con Robert Downey Jr. 

La discussione tra i due si è spostata su vari temi, da Oppenheimer allo stato di salute del cinema. Come vi abbiamo già riportato i due si erano incontrati in fase di casting per la parte di Jonathan Crane/Spaventapasseri in Batman Begins. Per Nolan il ruolo era già assegnato nella sua mente, ma voleva incontrare lo stesso l’attore che, dopo i problemi con le dipendenze, si stava rilanciando a Hollywood. La “fama” di artista imprevedibile e rischioso lo precedeva e i registi, Nolan compreso, avevano timore a lavorare con lui. Lasciar trascorrere del tempo e il successo nei panni di Tony Stark gli hanno permesso di ribaltare questa sua immagine, dice. 

Sempre a proposito dei cinecomic, Christopher Nolan ha espresso la sua gratitudine verso il genere, e in particolare verso la Marvel, per avere sostenuto il box office delle sale in tempo di pandemia. Trovate le sue parole qui

Le opinioni del regista sono tra le più ascoltate per quanto riguarda la difesa dell’esperienza di cinema “puro”, in sala e sul grande schermo. La sua posizione di non belligeranza verso un genere che lui stesso ha contribuito a plasmare sono un’apertura importante, soprattutto adesso che i cinecomic stanno attraversando una crisi esistenziale. La battaglia per la sala, in tempo pandemico, ha portato Nolan ad essere in prima fila contro alcune decisioni degli studio. Come quella della Warner di distribuire i film in day and date su HBO Max (tra cui Dune: parte uno, suscitando la solidarietà di Nolan). Da qui la sua decisione di produrre Oppenheimer con Universal. Il biopic, vietato ai minori in America, era un progetto rischioso sulla carta. Il “brand Nolan” faceva essere ottimisti, ma le aspettative di incasso erano molto prudenti. 

Il regista ha ammesso una certa tensione sulle performance di Oppenheimer fino al primo weekend di programmazione dove i numeri hanno dato conforto. Per lui e la moglie (e produttrice) Emma Thomas è stato uno shock constatare fino a che punto è riuscito a funzionare con il pubblico. 

Un evento cinematografico fiscalmente responsabile” ha aggiunto Robert Downey Jr. “Fa ridere se confrontato con ciò con cui sono cresciuto: gli enormi colossi ad alto budget degli anni ’80 si cui si diceva: ‘Non importa, perché raddoppieranno comunque i soldi investiti’”. 

Not quite my tempo

La sceneggiatura del biopic lavora con più di 70 personaggi parlanti, salta nel tempo e tra soggettività e oggettività. Oppenheimer è un film complesso girato ottimizzando le risorse e affidandosi alla professionalità delle star coinvolte per permettere di stare al passo della produzione. 

La sceneggiatura ha aiutato Robert Downey Jr. a entrare nella parte di Lewis Strauss. I dialoghi si incastrano nel montaggio, richiedendo agli attori fiducia nella direzione del regista, l’unico ad avere in mente il risultato finale. Un modo di lavorare contrario alla natura di Robert Downey Jr. che ama mettere del suo nei personaggi, sperimentando sul set. Nolan ha accettato il suo metodo di recitazione, ma ha tenuto il punto rispetto al ritmo che occorreva mantenere, senza eccedere abbellimenti, per via delle tre ore del film.

Era tutto nella sceneggiatura, ma mi distraggo facilmente. Annoiarmi non è proprio la parola giusta. Perciò (Nolan) mi lasciava abbellire qua e là, ma ogni tanto ci ricordava il ritmo. Non diceva necessariamente di andare più rapidi, ci diceva ricordate…”

…È un film lungo” ha anticipato il regista “perciò… fate attenzione”. 

Fonte: NY Times

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