La Snyder Cut è un film a suo modo leggendario e lo è fin da quando il regista Zack Snyder ha deciso di abbandonare la regia di Justice League dopo il suicidio di una delle sue figlie adottive, Autumn, avvenuto proprio durante la lavorazione del cinecomic (la ragazza aveva 20 anni e soffriva da tempo di depressione, ndr.).

Il film corale della DC Comics venne poi portato a termine da Joss Whedon che, sostanzialmente, lo rigirò quasi per intero cambiando praticamente tutto, dai toni stessi del film alle… tonalità cromatiche della fotografia. Nel corso del tempo abbiamo dedicato svariati articoli alla cosa, dai giorni in cui la Director’s Cut firmata Zack Snyder di Justice League era ancora ammantata di mistero e non era chiaro se fosse qualcosa di realmente esistente o meno. Quando poi il kolossal è approdato in streaming su Sky/NOW in Italia (in USA arrivò su HBO Max) abbiamo elencato nel dettaglio le dodici principali differenze fra la Snyder Cut e la Josstice League e abbiamo anche provveduto a pubblicare un riepilogo dei retroscena dell’addio di Zack Snyder alla regia di Justice League.

In un profilo fresco di stampa che l’Hollywood Reporter ha dedicato al filmmaker in vista dell’arrivo in streaming, previsto per il 22 dicembre, della prima parte di Rebel Moon, viene anche discusso di una tematica ancora molto scottante: quella del cosiddetto “fandom tossico” che ha sostenuto il regista nel corso degli anni, spesso e volentieri con campagne social particolarmente “moleste” indirizzate per lo più ai danni della Warner Bros, rea, secondo queste persone, di aver trattato a pesci in faccia Zack Snyder e quella che era la sua visione e interpretazione di quello che doveva essere l’universo cinematografico della DC.

I fan tossici della Snyder Cut: l’opinione del regista

Nel pezzo viene citata l’esperienza avuta nel 2019 da Ann Sarnoff in quello che, a conti fatti, era il suo primo giorno come CEO dello studio:

Nel 2019, nel suo primo giorno di lavoro come presidente e CEO di Warner Bros., Ann Sarnoff entrò nel suo ufficio per trovare dozzine di mazzi di fiori e cesti di frutta. Il suo cuore si sciolse pensando alla generosità di Hollywood, che dava il benvenuto alla esperta dirigente televisiva nel ruolo di supervisione di tutte le divisioni di Warner.

Poi aprì il primo biglietto e vi trovò scritto: “Benvenuta alla Warner Bros., ora distribuisci la Snyder Cut“.

Aprì un secondo biglietto. Aveva un messaggio simile. “Uno dopo l’altro”, racconta Snyder, al quale l’aneddoto è stato raccontato dalla stessa Sarnoff. “Lei nemmeno sapeva di cosa si trattasse. Non era neanche a conoscenza della saga. Quando mi raccontò la storia, mi chiese disse: “È questo è il mio lavoro? Gestire questa cosa? Non sapevo che fosse una questione importante”. Beh, ormai lo era diventata”.

Ricorderete probabilmente che, online, cominciò a comparire con una certa insistenza l’hashtag #ReleasetheSnyderCut tanto che il tutto finì sostanzialmente per consolidarsi con la nascita di un vero e proprio movimento organizzato, giudicato come “tossico” da molte persone. Un movimento che ha poi elaborato anche degli stunt di sicuro impatto mediatico come il cartellone pubblicitario piazzato a Times Square o l’aereo affittato aereo che ha sorvolato gli studios della Warner in modo tale che i dirigenti lo vedessero durante la pausa pranzo e ammirassero il banner che li ringraziava per aver pubblicato in streaming la Snyder Cut (ECCO I DETTAGLI).

Nel mentre, lo stesso Zack Snyder aveva cominciato a titillare il pubblico diffondendo immagini inedite del suo Justice League sui social, principalmente su Vero. Intanto, la “Snyder Army” si divideva fra atti all’insegna di un’indubbia generosità, lanciando ad esempio una campagna per aumentare la consapevolezza e i fondi a favore della Fondazione Americana per la Prevenzione del Suicidio raccogliendo più di 1 milione di dollari e altri decisamente meno apprezzabili rivolgendo minacce anche pesanti a dirigenti della Warner come Walter Hamada e Geoff Johns (l’ex supervisore dei film targati DC Comics).

A tal proposito Zack Snyder spiega di non voler entrare nel dettaglio di un commento particolarmente approfondito, anche in relazione al fatto che, secondo alcune indagini fatte da testate come Rolling Stone, una buona parte del traffico online a suo favore sia stato effettuato, in realtà, tramite dei bot:

Non entrerò nel merito dei dettagli sul fatto che siano buoni o cattivi, se siano tossici o bulli. È così in ogni chat room internettiana. È quello che accade sempre su internet. Ma so che il lavoro che hanno fatto, in qualche modo, è stato positivo. Posso dire con certezza che hanno fatto del bene. Questo è innegabile. La verità qual è? Non importa (se siano stati usati bot, ndr.). Il film è stato realizzato. Se sono stati abbastanza intelligenti da utilizzare i bot in questa cosa, allora hanno vinto. Quel film non aveva motivo di esistere — e invece esiste.

Zack Snyder ci parla della Snyder Cut

Qua sotto potete vedere o rivedere la nostra intervista esclusiva realizzata col regista in occasione dell’arrivo in Italia della Snyder Cut:

Tutte le informazioni sul film le trovate nella nostra scheda!

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FONTE: The Hollywood Reporter

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