La recensione di Io sono Vera, al cinema dal 17 febbraio

In Liguria, una bambina di 9 anni scompare senza lasciare traccia. In Cile, nello stesso momento, un uomo, colpito da un infarto, si risveglia all’improvviso, cominciando ad avere strana visione della bambina. Cinque anni dopo lei ricompare, ma come donna di trent’anni: i genitori, sconvolti, fanno fatica ad accettarla. Io sono Vera parte da questo spunto thriller/fantascientifico, ma non stupirà più sostenere che, considerando che è un film italiano, punti più sul versante del dramma famigliare piuttosto che su quello del mistero. Forse neanche più che questo sia narrato con un intreccio e una messa in scena ben poco originali.

La prima parte si svolge nel deserto cileno Atacama (il più arido del mondo), luogo torrido e quasi post-apocalittico, con un’afa percepibile sui volti dei personaggi. L’uomo cileno vaga accompagnato da una giovane donna con cui discute animatamente. Non sappiamo chi è ma facile intuire la loro relazione....