Sir Gawain e il cavaliere verde, la recensione

Tratta dal ciclo arturiano del XIV secolo, l’epopea del cavaliere della Tavola Rotonda e nipote di Re Artù Sir Gawain è quella di un eroe che si cruccia a causa di un dilemma morale: assecondare la natura (e quindi l’istinto di conservazione e le passioni) o perseguire la virtù, un codice umano e razionale, ovvero il codice cavalleresco?

Nel suo personale adattamento di Sir Gawain e il cavaliere verde il regista e sceneggiatore David Lowery (Storia di un fantasma, Old Man & the Gun) non cambia di una virgola questo conflitto. L’avventura comincia con la sfida di un fantastico Cavaliere Verde, reso da Lowery come fatto di carne e corteccia, il quale il giorno di Natale alla corte di Camelot si fa sferzare da Gawain un colpo alla testa a patto che a distanza di un anno questi si offra per la stessa penitenza. Gawain lo decapita, ma il Cavaliere Verde sopravvive: nel viaggio che lo aspetta, tra prove di forza d’animo e misteriosi enigmi, ...