Un titolo come quello di Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day (film del 2014 che trovate su Disney+ con il titolo di Alexander e la terribile, orribile, abominevole ma veramente bruttissima giornata) calza a pennello per parlare del terrificante 2023 cinematografico della Disney. Con il debutto di Wish al terzo posto nel weekend lungo del Ringraziamento si chiude infatti un anno veramente difficile al botteghino per la major che nel 2019 sembrava avere in mano le sorti del box-office mondiale. Sia chiaro: è la prima volta dall’inizio della pandemia che il box-office americano supera ufficialmente gli 8 miliardi di dollari in incassi, e la Disney è comunque al secondo posto dopo la Universal con 1.4 miliardi di dollari. Ma dopo l’acquisizione degli asset della Fox la major ha concentrato i propri sforzi su grandi blockbuster ad alto budget (fatto salvo per qualche film minore firmato Searchlight Pictures), e quando questi smettono di funzionare il rischio di prendere una brutta strada, in un’industria fatta di hit and miss, diventa concreto.

Alexander e la terribile, orribile, abominevole ma veramente bruttissima giornata

Un 2023 di pochi alti e molti bassi

Osservando la lista dei film e dei relativi incassi (americani e globali, l’asterisco evidenzia le pellicole uscite da poco e quindi con incassi ancora in crescita) notiamo subito che nessuno è riuscito ad arrivare al miliardo di dollari in tutto il mondo. Il più vicino al traguardo, Guardiani della Galassia Vol. 3, ha sfiorato gli 850 milioni di dollari, in un anno in cui Barbie e Super Mario Bros. – il film hanno totalizzato rispettivamente 1.4 e 1.3 miliardi di dollari.

Dei tre film dei Marvel Studios, solo quello diretto da James Gunn può dirsi realmente soddisfatto in termini di incassi: Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha concluso la sua corsa con 476 milioni di dollari in tutto il mondo, che non è una cifra orribile se non fosse che è inferiore al mezzo miliardo raggiunto dal primo film della trilogia. Per quanto riguarda The Marvels, la corsa del film di Nia DaCosta non è ancora finita, ma è chiaro che difficilmente arriverà a 250 milioni di dollari globali, segnando il primo sonoro, bruciante floppone dei Marvel Studios.

Ma anche sul fronte dei film per famiglie la situazione non è rosea. La sirenetta è il secondo incasso dell’anno, con quasi 300 milioni negli USA e 569 nel resto del mondo: si può dire che le sterili polemiche che avevano accompagnato l’uscita non abbiano avuto un grande impatto. Tuttavia, le aspettative erano ben maggiori, e in molti davano per scontato che la pellicola avrebbe raggiunto il miliardo a fine corsa. Pesa invece il tonfo de La casa dei fantasmi, che ha superato di poco i 100 milioni in tutto il mondo.

wish disney

L’animazione è ancora più preoccupante: l’esordio deludente di Elemental ha scioccato gli analisti, che si sono interrogati sul destino della Pixar dopo il flop di Lightyear un anno fa. Il film si è risollevato grazie al passaparola e alla scarsa offerta d’animazione nel periodo estivo, sfiorando il mezzo miliardo di dollari globali, ma non si può non notare che a fine corsa ha faticato a superare i 150 milioni negli Stati Uniti. È il destino che si spera abbia Wish, dopo il terrificante esordio nel weekend del Ringraziamento: si prevedevano 60 milioni, ne ha incassati poco più della metà. Questo è il film del centenario, che si sperava diventasse un instant-classic, e invece qualcosa non ha funzionato. Può essere che tenga bene nelle prossime settimane, quando le festività natalizie porteranno al cinema molte più famiglie, ma in questo senso la corazzata della Illumination potrebbe dare del filo da torcere con Migration – Prendi il volo.

E in un anno in cui comunque la Disney ha portato a casa ancora svariate centinaia di milioni di dollari grazie ad Avatar 2, nel primo trimestre, le pellicole 20th Century Studios non decollano: tra tutti, The Creator non è riuscito a fare breccia, superando a malapena i 100 milioni di dollari. Tra i film Searchlight Pictures, la speranza è tutta su Povere Creature, che uscirà a dicembre e potrebbe generare interesse anche in ottica Oscar, tuttavia si tratta di un film indipendente vietato ai minori che è costato oltre 70 milioni di dollari: non proprio un indie capace di rimpinguare le casse esplodendo al box-office.

Once Upon A Studio disney
  • Guardiani della Galassia Vol. 3 – $358,995,815 / $845,555,777
  • La sirenetta – $298,172,056 / $569,626,289
  • Ant-Man and the Wasp: Quantumania – $214,504,909 / $476,071,180
  • Indiana Jones e il quadrante del destino – $174,480,468 / $383,963,057
  • Elemental – $154,426,697 / $495,851,987
  • The Marvels – $76,853,446 / $188,853,446 *
  • La casa dei fantasmi – $67,653,287 / $117,449,790
  • The Boogeyman – $43,244,282 / $67,307,243
  • Assassinio a Venezia – $42,471,412 / $121,874,285
  • The Creator – $40,774,679 / $104,008,215
  • Wish – $31,700,000 / $49,000,000 *
  • Chi segna vince – Next Goal Wins – $5,742,770 / *
  • Theater Camp – $4,009,945 / $4,396,861
  • Chevalier – $3,541,159 / $4,147,052

La lista qui sopra contiene comunque un film sopra i 350 milioni negli USA, uno vicino ai 300, uno sopra i 200, due sopra i 150: non sono incassi così negativi, se presi fuori dal contesto. Il problema è che parliamo di pellicole che hanno budget colossali. I primi sei film sono costati tutti più di 200 milioni di dollari ciascuno (senza contare il marketing), e per andare in attivo dovevano incassare almeno mezzo miliardo di dollari in tutto il mondo. A conti fatti, quindi, gli unici due successi sono Guardiani della Galassia Vol. 3 e La sirenetta: in un’industria che vive di hit and miss, tropppo poco davvero.

Guardiani della Galassia

Un contesto difficile

Non è facile trovare una sola causa per ciò che sta succedendo. Dall’inizio della pandemia Hollywood sta attraversando una lunga fase di difficoltà, per non dire una crisi di identità. Lo streaming si è imposto causando un terremoto in un meccanismo di monetizzazione ben rodato, e la messa in discussione delle finestre di distribuzione durante il lockown ha causato cambiamenti paradigmatici epocali. Gli studios hanno iniziato a rincorrere Netflix senza rendersi conto che non ci sarebbe stata alcuna gara, soprattutto dopo l’ingresso in scena di giganti della Silicon Valley come Amazon, Apple e Google.

Per fare un esempio, il 2023 è stato un anno molto difficile anche per Warner Bros. Discovery, che ironicamente festeggia a sua volta il centenario della Warner Bros. Da un lato il successo di Barbie, dall’altro i flop di blockbuster come The Flash a Shazam 2 – Furia degli dei, ma nel mezzo ci sono diversi horror a basso budget che sono andati ampiamente in profitto. Il vero problema della major, appesantita da un debito colossale, è la divisione televisiva che paga il crollo dell’advertising e degli abbonati alla tv via cavo.

the marvels iman vellani

Le cause

Ma nel caso dei flop della Disney, oltre al contesto difficile sopracitato, ci sono anche una serie di decisioni che possiamo definire sbagliate, in termini creativi e in termini di marketing. In molti hanno giudicato il lancio di Elemental e Indiana Jones 5 al Festival di Cannes un boomerang: quello che doveva essere un trampolino di lancio, a causa della critica ha generato un passaparola problematico con enorme anticipo sull’uscita dei due film. E sempre sul fronte del marketing, La casa dei fantasmi senza dubbio sperava di approfittare del frame estivo per il lancio al cinema e di quello autunnale per quello in streaming, ma purtroppo lo sciopero degli attori ha causato un cortocircuito nella strategia.

Sempre lo sciopero ha azzoppato pesantemente Assassinio a Venezia, un film che doveva approfittare del suo cast (e del suo regista/protagonista) per far parlare maggiormente di sé. Anche The Creator è stato penalizzato dallo sciopero, ma forse anche il posizionamento a settembre potrebbe non essere stato felice (soprattutto dopo lo slittamento di Dune 2, annunciato a fine agosto).

Sulle cause dell’esordio deludente di Wish si discuterà meglio a fine corsa, ma chiaramente la scusa dello sciopero degli attori non c’è più, e qui l’impressione più che altro è che sia stato percepito come qualcosa di non particolarmente originale (nonostante sia effettivamente un film originale) e imperdibile. In un anno in cui Super Mario Bros. – Il film ha raccolto 1.3 miliardi, Spider-Man: Across the Spider-Verse quasi 700 milioni ed Elemental quasi mezzo miliardo, non possiamo più dire che il pubblico non va al cinema a vedere l’animazione. Certo, lo streaming ha causato un cambiamento nella percezione dei film d’animazione Disney da parte del pubblico, ma su questo si può lavorare, anzi già si sta lavorando (come dimostra l’enorme successo online del teaser di Inside Out 2).

Infine, la questione Marvel Studios. Abbiamo già affrontato l’argomento della sua crisi creativa nel dettaglio in questo articolo, senza dubbio l’aver rinviato tutti i cinecomic del 2024 tranne Deadpool 3 dimostra che una riflessione in tal senso è in corso. Aver gestito tutti i film come sequel ha dato i frutti quando si trattava di successi, ma ora rischia di generare una reazione a catena.

Lo scenario italiano

In Italia le cose sono un po’ diverse: al netto dei risultati dei film dei Marvel Studios (dove comunque Guardiani della Galassia 3 ha sfiorato gli 11 milioni a fine corsa), un film come La Sirenetta è riuscito a imporsi con 12 milioni di euro, Assassinio a Venezia ha fatto il botto con 8.6 milioni di euro ed Elemental e Indiana Jones 5 hanno totalizzato rispettivamente quasi 6.8 e 6.3 milioni di euro.

bob iger disney

Ma quanto è importante il cinema per la Disney?

Il 2023 della Disney ha avuto luci e ombre. Senza dubbio le ombre pesano: nell’anno del centenario sono state licenziate oltre settemila persone, a causa della riorganizzazione promessa da Bob Iger un anno fa, quando è stato nominato nuovamente CEO dopo il flop della gestione “pandemica” di Bob Chapek (da lui nominato come successore, ricordiamo). Il mandato di Iger è stato prolungato almeno fino al 2026, un segnale questo non particolarmente positivo visto che la successione è una questione molto seria che andrà affrontata quanto prima e con molta attenzione. Il titolo in borsa sembra aver arrestato la sua caduta (vedremo cosa accadrà oggi a Wall Street, ovviamente), assestandosi intorno ai 90 dollari, ma nel frattempo non è ancora chiara quale mossa farà l’investitore attivista Nelson Peltz, che da tempo vuole più di un posto nel consiglio di amministrazione.

I conti, però, sono positivi: la strategia di Iger di cercare di condurre lo streaming verso l’attivo, con tagli consistenti nella spesa, sembra aver pagato nel breve termine e nel corso del 2024 verranno portati avanti piani come l’acquisizione completa di Hulu e il probabile spin-off di ESPN. Ma non va dimenticato che la Disney è anche (e soprattutto) parchi a tema: è la divisione che genera più entrate, e che continua a dare grandi soddisfazioni alla major. Per non parlare dell’enorme liquidità generata dagli scioperi.

La sala, quindi, non è più così importante? In realtà è al cinema che la Disney crea le sue leggende. È al cinema nascono la maggior parte delle sue icone, capaci di vendere prodotti di consumo e attirare i visitatori nei parchi a tema. Nel corso dei decenni la Disney ha attraversato alti e bassi, e sicuramente il 2023 rimarrà nella storia come uno dei più complicati nel suo rapporto con gli spettatori. Ma la Disney è una fabbrica di sogni, e Bob Iger sa che questi scaturiscono solo dal buio di una sala cinematografica.

Classifiche consigliate