L’ottavo episodio di Jessica Jones, intitolato Cosa farebbe Jessica?, è un autentico capolavoro e sicuramente quanto di meglio abbiamo avuto la possibilità di vedere finora nella prima stagione della serie TV dedicata al personaggio Marvel Comics, apparso per la prima volta sulle pagine di Alias, fumetto creato da Brian Michael Bendis e Michael Gaydos.

L’episodio in questione è anche molto ricco di importanti elementi narrativi che ci permettono di scoprire di più sui due protagonisti assoluti dello show, Jessica Jones e Kilgrave, ma non solo. Finalmente viene chiuso il cerchio sul difficile passato di entrambi i personaggi, aspetto che li rende, se possibile, ancora più interessanti e di spessore. Il ritorno a casa della protagonista, con l’abitazione ricreata a immagine e somiglianza di quella in cui la ragazza ha passato la sua infanzia, il suo “momento più felice”, coincide anche con una valanga di ricordi che ci vengono mostrati per mezzo di flashback: Jessica aveva due genitori e un fratello minore, così come nella fonte originale a fumetti.

Suo padre, Brian Jones (nome diverso rispetto all’originale Dave Campbell), era un meccanico, lavoro simile a quello che il corrispettivo a fumetti praticava, anche se non vi è alcun rimando alle Stark Industries, azienda di cui l’uomo è dipendente in Alias, mentre sua madre, Alisa Jones, era una professoressa di matematica (nel fumetto, invece, non ci vengono forniti dettagli né sul nome né sulla professione della donna). Infine, il fratellino di Jessica si chiamava Phillip, così come nella fonte originale. Un dettaglio importante: la famiglia biologica di Jessica ha come cognome Jones, e non Campbell, appunto. Il motivo è presto spiegato: in Alias la protagonista viene adottata, dopo la morte dei genitori, dalla famiglia Jones, della quale prende il cognome, mentre nella serie TV è la famiglia di Trish Walker ad accoglierla dopo che è rimasta orfana, come abbiamo avuto modo di ricordarvi precedentemente. L’unico modo per spiegare il nome completo della protagonista era dunque quello di operare questa modificazione rispetto al fumetto.

Come in Alias, Jessica perde la sua famiglia in un incidente automobilistico: questo è imputabile a una distrazione del padre, alla guida, causata indirettamente proprio da Jessica (elemento che scatena il perenne senso di colpa della protagonista), anche se nelle due fonti prese in esame vi sono delle sostanziali differenze. Nel fumetto, infatti, la ragazza inizia a litigare con il fratellino che la prende in giro dopo averla scoperta a masturbarsi guardando un poster di Johnny Storm, la Torcia Umana dei Fantastici Quattro. Nello show televisivo, invece, Jessica e Phillip iniziano a bisticciare a causa di un Game Boy: entrambi infatti vogliono giocare alla consolle portatile caratteristica degli anni ’90. In entrambi i casi, comunque, la discussione tra i due fratelli provoca la fatale distrazione del padre, la cui auto impatta contro un camion: anche qui, nella serie TV, non vi è alcun riferimento al materiale radioattivo che dà i poteri a Jessica nei fumetti e che era trasportato dal suddetto mezzo. Possibile dunque che l’origine dei poteri della protagonista sia stata modificata nell’adattamento televisivo rispetto alla fonte originale a fumetti?

Anche il passato di Kilgrave e l’origine dei suoi poteri sono sostanzialmente differenti tra i due medium: nel fumetto, infatti, l’Uomo Porpora riceve i suoi poteri dopo essere stato esposto, per errore, a un gas sperimentale che era incaricato di rubare. Inoltre, il nome di battesimo del personaggio è Zebediah, e la sua nazionalità jugoslava (croata, per l’esattezza, anche se ovviamente all’epoca la Croazia non esisteva ancora come nazione). Nella serie TV, invece, il nome di battesimo di Kilgrave è Kevin e la sua nazionalità inglese. I poteri dell’uomo sembrano inoltre essere imputabili ad alcuni esperimenti scientifici (praticati addirittura dai genitori del personaggio), anche se non è da escludere che tali capacità siano di natura endogena, e che il character sia nato con questi poteri, scatenati o amplificati poi dai suddetti esperimenti.

Come sappiamo, le due versioni differiscono anche fisionomicamente: il Kilgrave televisivo, infatti, non ha la pelle viola come la sua controparte a fumetti, ma un aspetto molto più umano e realistico. Il rimando al colore, e al nome originale del personaggio (Uomo Porpora), viene comunque evidenziato dal suo look: il villain ha infatti una predilezione per il viola, tanto che nei suoi eleganti abiti vi è sempre un tocco di questo colore. Tutto ciò viene ulteriormente evidenziato quando Kilgrave regala a Jessica un abito. Il colore? Viola, ovviamente.

In Cosa farebbe Jessica?, inoltre, viene raccontato allo spettatore il passato comune dei due personaggi: così come nel fumetto, Kilgrave ha sequestrato Jessica per molti mesi, soggiogandola con il suo potere e torturandola (apparentemente senza rendersene conto) in ogni modo possibile, e costringendola a vivere segregata in una suite di hotel. Così come in Alias, però, ci viene sottolineato come il villain non abbia mai abusato sessualmente della protagonista. Una nota a riguardo: questo importante dettaglio viene meno, clamorosamente, nel doppiaggio italiano. Il perché di tale scelta ci appare, francamente, incomprensibile.

La caratterizzazione di Kilgrave in Jessica Jones è egregia, e in questo episodio la psicologia e l’attitudine del personaggio assumono una dimensione completa, coerente e credibile: questi, infatti, è come un bambino mai cresciuto, un uomo dalla psiche devastata, a causa delle sevizie subite durante l’infanzia. Il piccolo Kevin, infatti, non ha mai conosciuto l’amore, ma solo tortura e dolore: questo lo ha portato a incattivirsi e a diventare diffidente nei confronti di tutto e tutti. Se a questi elementi si aggiungono i suoi poteri, la condotta del personaggio è quantomeno “comprensibile”, seppur non giustificabile. È la stessa Jessica a rendersene conto, quando sottolinea come il motivo che ha portato Kilgrave a divenire un cattivo sia proprio quello che nessuno gli abbia mai insegnato ad essere buono. La particolare situazione del villain si evidenzia anche quando candidamente ammette quanto sia perennemente in difficoltà, dal momento che non sa mai veramente se la gente attorno a lui si comporti in una determinata maniera perché intende farlo o per via del suo influsso.

In questo episodio, Jessica e Kilgrave sono protagonisti di un bizzarro team-up, che porta i due a fare squadra per salvare una madre e il suo bambino dal sequestro operato dal marito, preso da un raptus di follia. Grazie ai poteri dell’Uomo Porpora, le due vittime trovano la salvezza e l’uomo viene arrestato. Compiendo questa azione “eroica”, Kilgrave prova quasi piacere, seppur egoistico e non disinteressato, causato dall’aver fatto qualcosa di decisivo e importante. Il villain è talmente euforico che chiede a Jessica di rimanergli accanto per insegnargli a fare del bene, così da pareggiare il conto con le azioni cattive.

Nonostante tutto questo, però, Jessica rimane coerente con il suo piano iniziale: decide di imbrogliare e catturare Kilgrave. Del resto, c’è ancora Hope da salvare.

In conclusione, in questo episodio vi sono alcuni riferimenti pop extra-Marvel: nella replica della cameretta di Jessica, si vedono alcuni poster tipicamente anni ’90 appesi ai muri. Questi hanno per protagonisti i loghi e le copertine di alcune celebri rock band, come i Nirvana, i Red Hot Chili Peppers e i Green Day. Inoltre, quando Jessica e Kilgrave vanno a salvare gli innocenti sequestrati, quest’ultimo utilizza i suoi poteri per condizionare gli agenti di polizia: nel frangente la protagonista fa un parallelismo tra il suo “alleato” e Obi-Wan Kenobi di Star Wars. Del resto, oramai, Marvel Entertainment e LucasFilm appartengono entrambe a Disney, quindi nessun conflitto d’interesse.

 

 

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