Lasciati Andare
di Francesco Amato
13 aprile 2017
Una camminata, uno sguardo, un lessico, un abbigliamento e ad un certo punto anche un modo di correre, quando Toni Servillo interpreta un personaggio questo non fa nulla come gli altri, ha i suoi movimenti, le sue inflessioni, la sua postura. Movenze uniche e, cosa ancora più difficile, subito originali e particolari. Non è l’unico ad attore capace di lavorare in questa maniera ma uno dei pochissimi i cui gesti, sguardi o tic creati saltano all’occhio ogni volta. I suoi movimenti non si mescolano con il film ma catturano l’attenzione, anche quando non esagera, Servillo si impone, gli basta solo chiamare la cyclette “ciclet” con nonchalance.
Proprio per questo vortice servilliano capace, magnificamente, di attirare tutta l’attenzione intorno a sé e tenerla avvinta, stupisce moltissimo come questa commedia ammirabile lo tenga a bada, lo irregimenti e anzi concepisca il proprio umorismo tutto intorno a lui, facendone il miglior uso possibile: l’uomo che prende la torta in faccia.
Proprio per questo vortice servilliano capace, magnificamente, di attirare tutta l’attenzione intorno a sé e tenerla avvinta, stupisce moltissimo come questa commedia ammirabile lo tenga a bada, lo irregimenti e anzi concepisca il proprio umorismo tutto intorno a lui, facendone il miglior uso possibile: l’uomo che prende la torta in faccia.
E...
C'è un cast di attori in grandissima forma a sorreggere Lasciati Andare, ma sotto le loro interpretazioni batte una sceneggiatura di fenomenale maturità
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