Sono passati 22 anni dall’uscita al cinema del primo capitolo della saga di Harry Potter, e da allora sono usciti altri sette film, una trilogia spin-off che potrebbe (per fortuna) essere stata archiviata, un’infinità di prodotti collaterali tra cui un discussissimo videogioco ad alto budget, e una quantità sterminata di polemiche. È quindi il momento perfetto, concorderete con noi, per stilare la classifica definitiva dei film della saga principale, anche in vista dell’approssimarsi del periodo delle feste, ottimo per rivedere le pellicole tratte dai libri di JK Rowling.

Lo diciamo subito: Harry Potter al cinema è un franchise spaccato perfettamente in due. La prima metà è quella che potremmo definire quella autoriale, con registi diversi (quasi) a ogni episodio e tanti esperimenti in termini di tono e ritmo. Poi, dal quinto film in poi, tutta la baracca passa in mano a David Yates, che ha il compito di normalizzare e uniformare tutta l’operazione, e prepararla a una cavalcata narrativa orizzontale spalmata su cinque lunghi anni. Ci sono proprio intenti diversi dietro ai primi quattro e agli ultimi quattro Harry Potter, e questo si riflette in parte anche sulla qualità: i film di Yates sono quelli più importanti dal punto di vista narrativo, ma sono anche quelli tendenzialmente meno belli. In quest’ottica, ecco la nostra classifica.

Harry Potter principe

Harry Potter e il principe mezzosangue

L’episodio che confermò definitivamente quella svolta definita “dark” e “adulta” nella saga, che è una valutazione un po’ ingenerosa nei confronti dei capitoli precedenti, ma insomma: dopo che il quinto film aveva ammazzato Sirius Black, il sesto fa fuori anche Silente, e anche chi non aveva letto i libri ci mise poco a capire che non era una situazione, diciamo così, alla Gandalf. Il fatto che il film contenga una delle sequenze più iconiche e importanti della saga, però, non lo salva da una certa confusione di scrittura e di direzione narrativa.

Harry Potter e i doni della morte – Parte 1

“Quel film dove Harry, Ron e Hermione vanno in campeggio”. I doni della morte – Parte 1 aveva il compito ingrato di fare da apripista alla Parte 2, di raccontare solo metà di una storia in una mossa che allora era ancora innovativa, e che oggi (possiamo dirlo?) ha un po’ stufato, soprattutto da quando è filtrata anche nelle serie TV. Visivamente dimenticabile, ancora oggi non riesce a essere più che un discreto antipasto per il vero finale.

Harry Potter e la camera dei segreti

Come detto sopra, il franchise di Harry Potter al cinema si divide in due parti, la seconda della quale affidata quasi totalmente a David Yates. Tra i quattro film della prima metà, La camera dei segreti di Chris Columbus è il peggiore esclusivamente in virtù del fatto che gli altri sono meglio: visto solo come sequel di un primo capitolo di enorme successo, è in realtà un ottimo prodotto, e il modo migliore di portare avanti una storia senza accelerare troppo. Il suo più grosso difetto è semmai quello di essere solo un “sequel di un primo capitolo di enorme successo”, interessante, divertente, trascinante ma non indimenticabile.

Calife cuofo

Harry Potter e il calice di fuoco

L’altra versione della teoria su Harry Potter adulto dice che in realtà la svolta arriva con questo film, e con il finale in particolare: per la prima volta vediamo la morte da vicino e capiamo quanto alta sia la posta in palio. Mike Newell, grande regista di commedie romantiche, approfitta della scusa del torneo, e dell’arrivo quindi di studenti di magia da ogni parte del mondo, per portare anche i suoi personaggi, non solo le loro avventure, in ambito teen: Il calice di fuoco è anche il film dove per la prima volta i nostri eroi scoprono l’ormone.

Harry Potter e i doni della morte – Parte 2

Accolto dalla critica come un capolavoro, già amato a prescindere in quanto ultimo capitolo di un franchise che ha segnato la vita di milioni di persone, ma anche già odiato a prescindere per lo stesso motivo, I doni della morte – Parte 2 è senza alcuna fatica il capitolo più epico e classicamente fantasy della saga, il più spettacolare (nonostante una certa tendenza alla monocromia virata al blu) e la dimostrazione che quando vuole anche David Yates sa fare il suo mestiere.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice

Possiamo ammetterlo ora che sono passati tanti anni e si sono spese tante parole sulla saga di Harry Potter? L’ordine della fenice è il migliore dei sette libri, e per certi versi avrebbe potuto essere una perfetta (per quanto nerissima e distopica) conclusione della saga. È il romanzo nel quale per la prima volta Harry e compagnia prendono le armi e cambiano la loro vita per sempre, si staccano sempre di più da Hogwarts e dai suoi ritmi rassicuranti, devono prendere sul serio quello che sta succedendo. È un romanzo cupissimo e brutale, che Yates riesce a trasporre in maniera efficace azzeccando quasi tutte le fondamentali scelte estetiche (a partire dall’aspetto della sede dell’Ordine).

Pietra

Harry Potter e la pietra filosofale

D’accordo, è imperfetto e, in confronto a quanto venuto dopo, ancora un po’ sciatto. E d’accordo, né Daniel Radcliffe né Emma Watson né (ma in misura minore) Rupert Grint erano ancora in pieno possesso dei loro personaggi. Tutto quello che volete, ha tutti i difetti del mondo: ma è il primo, l’originale, quello che per la prima volta trasportò sul grande schermo quello che ci eravamo solo immaginati leggendo i libri. È un film speciale per ragioni puramente sentimentali, ma chi l’ha detto che debbano contare meno di quelle critiche?

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Questo, al contrario, è il film più bello della saga per ragioni puramente cinefile: è quello più autoriale, con il look più originale, un film nel quale si vede la mano del regista, che non è mai una cosa scontata in un franchise multimilionario. È anche il primo film del franchise a sfidare davvero gli spettatori, a chieder loro di fare attenzione, di immergersi nella vicenda per non perdersi dietro ai suoi paradossi temporali. Se doveste convincere del valore di Harry Potter al cinema una persona che non sa nulla della saga, questo è il film da cui partire.

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