Tutti stanno parlando dell’assenza di Greta Gerwig, con il suo film Barbie, tra le nomination nella categoria miglior regia agli Oscar 2024. In pochi (troppo pochi) stanno parlando invece della presenza di Justine Triet che ha diretto la pellicola vincitrice della Palma d’oro a Cannes Anatomia di una caduta.

Chi è quindi Justine Triet? Cosa ha diretto prima d’ora? Scopriamolo insieme!

    justine triet

    I cortometraggi e l’interesse per il sociale

    Justine Triet nasce nel 1978 a Fécamp, in Francia. Sin dai suoi primi cortometraggi dopo la laurea mostra un interesse per l’attualità e le tematiche sociali. Questa sua passione la porta nel 2007 a realizzare il documentario Sur place, incentrato sulle proteste studentesche contro il Contrat Première Embauche proposto dal governo francese per far fronte al problema della disoccupazione giovanile. Nel 2009 a San Paolo, in Brasile, dirige un cortometraggio-documentario, Des ombres dans la maison, sulla vita nelle periferie. In particolare, racconta la storia di un 15enne e della sua famiglia disfunzionale. Per la prima volta nel lavoro di Triet, oltre alla componente sociale, entra una lettura più intima dei personaggi.

    Nel 2009 la regista comincia a porsi all’attenzione della critica e del pubblico con un nuovo cortometraggio: Vilaine fille, mauvais garçon, una commedia incentrata sull’incontro di due persone molto sole. Il corto viene candidato all’Orso d’oro alla Berlinale.

    sybil

    I primi lungometraggi

    Justine Triet realizza tre lungometraggi prima di arrivare ad Anatomia di una caduta.

    Il primo, La Bataille de Solférino, uscito nel 2013, ruota attorno a quei temi sociali tanto cari alla regista. Racconta infatti quanto accadde nel quartier generale del Partito socialista, in rue de Solférino, la notte dei risultati delle elezioni presidenziali del 2012 in cui vinse François Hollande. Questa dinamica pubblica si unisce alla dimensione intima dei personaggi.

    Nel 2016 esce Tutti gli uomini di Victoria, la storia di un’avvocata penalista e nel 2019 dirige Sibyl, un film che indaga l’ossessione di una psicoterapeuta per la sua paziente.

    Anatomia di una caduta

    Anatomia di una caduta

    Nel 2023 Anatomia di una caduta viene presentato a Cannes e da lì il trionfo non si è mai fermato. Il film ottiene il plauso di pubblico e critica, vincendo la Palma d’oro. Anche ai Golden Globe è un successo, ottiene infatti il premio per miglior film straniero e miglior sceneggiatura.

    Il film, co-scritto da Triet e Arthur Harari è un legal thriller. Racconta la storia di una donna, Sandra, sospettata della morte del marito, rimasto vittima di un presunto incidente. L’unico testimone è il figlio cieco.

    Ora Anatomia di una caduta concorre agli Oscar in ben 5 categorie: miglior film, migliore attrice protagonista (Sandra Hüller), miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio. Non è stato invece presentato dalla Francia per concorrere nella categoria miglior film internazionale: ne abbiamo spiegato le ragioni in questo articolo.

    Justine Triet si è aperta a un nuovo genere, ma di certo non ha dimenticato il suo interesse per il sociale né ha perso la sua verve politica. Ha creato molto scalpore (in Francia soprattutto) il suo discorso quando ha ritirato la Palma d’oro. La regista ha infatti attaccato il governo con parole dure, accusandolo di distruggere “l’eccezione culturale senza la quale non sarei qui davanti a tutti voi. Dedico il premio a tutti i giovani registi uomini e donne e quelli che non riescono a fare il loro film.”

    Scopriremo se il contrasto con il governo francese procurerà alla regista grattacapi in futuro, nel frattempo non ci resta che attendere e vedere quante e quali statuette porterà a casa.

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