I Minions sono riusciti a fare quello che Lightyear – La vera storia di Buzz non è riuscito a fare: sfondare al box office e riportare in sala una parte di pubblico ancora esitante dopo la pandemia. Le famiglie con bambini piccoli, in età non ancora adatta ai film PG-13, si sono dimostrate le più difficili da convincere a tornare in sala.

Tra i tanti disincentivi individuati in fase di analisi c’è la concorrenza delle piattaforme streaming, la nuova percezione del prezzo del biglietto (non trascurabile nei nuclei famigliari più numerosi), l’impegno che richiede recarsi in un cinema distante da casa. Giustificazioni probabili ma non sufficienti a spiegare la fatica di questi prodotti.

Uscito a inizio luglio negli USA, Minions 2 – Come Gru diventa Cattivissimo (al cinema dal 18 agosto da noi, con anteprime la settimana prima) ha superato i 550 milioni di incasso worldwide. Un risultato clamoroso e sopra ogni aspettativa che ha di colpo spazzato via molti alibi. Il prodotto per famiglie funziona quando riesce a richiamarle (in particolare a parlare ai bambini). Non c’è cambiamento che tenga nel mercato: l’animazione può ancora funzionare.

Un incasso che fa ancora più rumore se paragonato al deludente cammino di Lightyear uscito solo un paio di settimane prima. Uno dei personaggi di punta della Pixar che ha fatto fatica a raccontarsi. Un film evento che è stato disertato dal suo pubblico, portando le stime dei Minions ad essere riviste in maniera conservativa. Le ragioni della performance non erano evidentemente legate al genere di appartenenza, semmai a motivi interni al film (la storia) o esterni (la campagna marketing, la release ravvicinata su Disney Plus).

Variety ha riportato una dichiarazione dell’analista di Comscore Paul Dergarabedian:

Minions ha frantumato la convinzione che le famiglie non vogliano ritornare in sala. Bisogna solo dargli una ragione per andare.

Lightyear ha dovuto affrontare anche un ritorno negativo a causa di una breve scena che mostrava un bacio tra due donne con un figlio. La scelta di includerla nel film destò preoccupazione e sdegno tra le famiglie conservatrici americane. Un chiacchiericcio che potrebbe avere influenzato anche gli altri genitori che, preoccupati per i contenuti tanto discussi, potrebbero aver scelto di non portare in sala i figli, magari aspettando l’uscita in piattaforma dove è più semplice esercitare un controllo, magari valutando prima il film.

Spin-off del mondo di Toy Story, Lightyear ha poi un tono molto diverso rispetto alla storica saga di Woody e Buzz. Questo cambio non ha aiutato a comunicare il film, annullando anche l’elemento nostalgia. La storia è meno lineare, più vicina al mondo di Star Wars che all’estetica Pixar.

Mentre lo space ranger affrontava tutti questi problemi, i Minions sfruttavano i social per diventare virali. Il film ha preso la giusta corrente innescando un movimento spontaneo di autopromozione. Le recensioni positive hanno aiutato, mai quanto la Minions mania. Il film è stato bombardato di commenti positivi su IMDB, seppur dal contenuto ironico. Su TikTok è riemerso il popolare meme “un biglietto per” in cui gli spettatori si recavano in sala a vedere Minions 2 in giacca e cravatta. Alcuni cinema hanno reagito impedendo l’ingresso in abito elegante a seguito di alcune proiezioni disturbate proprio dai giovani intenti a lanciare il trend. E intanto si creava la notizia e l’evento.

Tutto questo ha portato ad un tipo di audience più diversificato. Secondo un sondaggio di PostTrak il 34% delle persone che hanno comprato il biglietto avevano tra i 13 e i 17 anni. Un cambio drastico rispetto a Cattivissimo Me 3 dove questa fascia occupava solo l’8% del totale. Gran parte del pubblico resta però per il 12% composto da bambini sotto i 10 anni che portano in sala i relativi genitori per il 23% del totale delle vendite dei biglietti.

Minions 2 è riuscito però ad ampliare il suo pubblico, laddove Lightyear l’ha ristretto andando così a superare le aspettative iniziali al botteghino e ricreando un caso mediatico che si è auto alimentato. La totale leggerezza del film e gli iconici personaggi, onnipresenti in gadget, magliette, spot, ha creato un fenomeno sperato eppure non certo.

L’analista Jeff Bock ha sottolineato come questo debba essere letto come un segnale molto positivo. Fuori dal mondo Disney è il primo film dopo la crisi che riesce a colpire un così ampio spettro demografico. Un dato incoraggiante per il ritorno a pieno regime dell’animazione, che è stato un asset importante nell’ultimo decennio generando nel 2019 4.57 milioni di dollari worldwide. Il cinema potrebbe avere ritrovato un importante segmento per ritornare a crescere e potrebbe averlo fatto proprio grazie ai Minions.

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