Chiaramente è ancora presto per capire con certezza quale sarà la strategia che Netflix adotterà in pratica, tuttavia il report pubblicato da Bloomberg offre uno scenario interessante.

Facciamo un passo indietro. Circa un mese fa, Netflix, per la prima volta in 10 anni, ha perso degli abbonati. Cosa, questa, che ha portato a un repentino crollo in borsa, alla cancellazione di progetti animati, a licenziamenti nel reparto marketing e non solo. Si tratta di mosse effettuate per cercare di tranquillizzare gli azionisti di fronte a un contesto che l’azienda si trova a dover affrontare, sostanzialmente, per la prima volta.

E come risposta all’emergenza, Netflix starebbe anche pensando di cominciare a portare una parte – circa 12 – dei film che produce annualmente in anteprima esclusiva cinematografica per un lasso di tempo di 45 giorni. Trascorso questo lasso di tempo, saranno poi distribuiti anche in streaming.

Bloomberg scrive che nonostante Netflix e i suoi dirigenti fossero, ufficialmente, assenti dalla CinemaCon di Las Vegas tenutasi qualche settimana fa (ricordiamo che la CinemaCon è l’evento in cui le major e le società di distribuzione presentano i propri listini agli esercenti americani in presenza dei registi e delle star che hanno reso possibile la realizzazione di una data pellicola), ufficiosamente ci sarebbero stati degli incontri singoli con i rappresentanti delle principali catene di multisala. L’argomento di discussione? La possibilità di portare i film targati Netflix in sala, in anteprima esclusiva, per una finestra di 45 giorni. Le prime pellicole a beneficiare dell’accordo potrebbero essere Bardo, il nuovo film di Alejandro Gonzalez Iñárritu girato a Città del Messico, città natale del regista (GUARDA LA PRIMA FOTO DEL FILM) e Cena con delitto 2, l’attesissimo film di Rian Johnson con Daniel Craig.

Si tratta del prosieguo di una discussione intabulata da Netflix e dai gestori dei cinema già nel 2019 in vista dell’uscita di The Irishman di Martin Scorsese.

 

Durata dei film irishman registi

 

In quei giorni i cinema, da una parte, chiedevano una finestra di esclusività di almeno due mesi mentre Netflix, dall’altra, era disponibile a concederne massimo 45 giorni. Tutto si risolse in un sostanziale nulla di fatto: The Irishman arrivò nei cinema il primo novembre, ma solo in quelli dei circuiti indipendenti (Italia compresa) per poi debuttare in streaming su Netflix il 27 novembre. Poi però è arrivata la pandemia di nuovo Coronavirus che, inizialmente, ha incrementato, per ovvie ragioni, la sete per contenuti da fruire in streaming finendo poi per dare vita a quello che per il gigante di Los Gatos si è rivelato essere un collo di bottiglia che ha portato ai recenti incidenti di percorso e alla necessità di elaborare delle risposte alla crisi. Risposte alla crisi che invece per i cinema si sono tradotte proprio con una maggiore elasticità in termini di concessioni alle finestre ridotte di permanenza in sala. Per svariate major, quella di 45 giorni è diventata lo standard e se Netflix proporrà qualcosa di analogo, i suoi lungometraggi potrebbero debuttare anche in sale come quelle targate AMC o Cineworld dalle quali sono sempre stati assenti.

A questo punto potreste domandarvi “Perché per rispondere al crollo degli abbonati Netflix deve portare i suoi film al cinema dividendo peraltro l’incasso con i gestori delle sale?”.

Una domanda logica che trova una risposta altrettanto logica.

Da un lato ci sono i cinema che, ancora zoppicanti in questa fase di ripresa, tendono a essere popolati solo nel momento in cui esce un qualche cinecomic o blockbuster di sorta, lamentando una carenza di continuità nei contenuti da proiettare. Avere una decina – abbondante – di pellicole in più da proporre durante l’anno, film che riceverebbero con tutta probabilità un battage pubblicitario di sicuro impatto sarebbe una cosa alquanto gradita. Dall’altra anche Netflix sembra aver capito, o aver cominciato a capire, che il livello d’interesse generato dalla distribuzione cinematografica non è paragonabile al break esclusivo in streaming di un film. Ve lo abbiamo spiegato anche col recente caso di The Batman il cinecomic Warner di Matt Reeves. Il kolossal, che al cinema ha incassato quasi 800 milioni di dollari, è arrivato in streaming su HBO Max (limitatamente agli Stati Uniti, negli altri mercati è uscito in Digital HD) 45 giorni dopo l’esordio cinematografico. E, come riportato dalle stime di visione che abbiamo segnalato in questo articolo, ha ottenuto numeri da capogiro. Il successo cinematografico ha trainato le performance in streaming spingendo, presumibilmente, anche i numeri dei nuovi abbonati.

Un elemento sul quale Netflix avrebbe iniziato a pensare seriamente, a quanto pare…

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