Alla fine l’Academy e la ABC possono tirare un sospiro di sollievo: dopo il disastro di un anno fa, dovuto a diversi fattori, gli ascolti della Notte degli Oscar 2022 negli Stati Uniti sono cresciuti. I dati “fast nationals” diffusi da Nielsen parlano di 15.4 milioni di telespettatori complessivi, ovvero il 56% in più rispetto all’anno scorso (il minimo storico). Il rating nella fascia di età redditizia 18-49 è di 3.2, con un incremento del 68%. Il dato ufficiale verrà diffuso domattina, e includerà verosimilmente anche cifre sullo streaming e le visioni non lineari.

Certo siamo ancora molto lontani dagli oltre 20 milioni di telespettatori pre-pandemia, ma è un segnale importante per lo spettacolo di varietà che il canale televisivo paga ogni anno decine di milioni di dollari per trasmettere (generandone poi molti di più in raccolta pubblicitaria).

Ma a che prezzo?

Con la scusa di realizzare uno show che attirasse un pubblico più ampio e più giovane e che generasse conversato sui social, il produttore Will Packer, l’Academy e la ABC hanno preso decisioni che nelle ultime settimane non hanno fatto che generare polemiche e scontentare i membri dell’industria di Hollywood. E non è assolutamente detto che quest’incremento negli ascolti sia dovuto a questi cambiamenti: intanto, era abbastanza scontato che vi sarebbe stata una crescita vista la totale anomalia degli award show dell’anno scorso (a causa del Covid). Inoltre, quanto accaduto con Will Smith e Chris Rock ha generato un’impennata sui social, spingendo molte persone a sintonizzarsi.

Ha avuto senso quindi, per esempio, anticipare la premiazione di otto categorie all’ora precedente l’inizio della diretta, montando poi delle versioni “accorciate” di questi premi nella cerimonia? E soprattutto, ha avuto senso “spoilerare” sui social questi premi, annunciandoli nel momento in cui venivano consegnati (la cosa era inevitabile, visto che per esempio Guillermo del Toro stava twittando come un forsennato dall’interno del Dolby Theatre) e rovinando il senso di attesa che c’è sempre durante l’annuncio dei premi? Quali danni può aver causato nella percezione generale dell’importanza dei riconoscimenti ricevuti, per esempio, da un blockbuster come Dune (che comunque è il film che ha portato a casa più Oscar)? E che senso ha avuto giustificare la decisione di anticipare questi premi dicendo che sarebbe servito a rendere la cerimonia più scorrevole e più breve, quando alla fine la Notte degli Oscar è durata addirittura più delle 3 ore previste? Infine, il concorso social dedicato al “film popolare” sembra aver scatenato i fandom più attivi e polemici (i sostenitori di Johnny Depp, quelli di Zack Snyder), generando poi derisione quando è emerso che Cenerentola avrebbe potuto vincere.

Non sono domande campate per aria, perché riguardano quello che gli americani chiamano la legacy di un premio prestigioso come l’Oscar.

Ricordiamo che prima della pandemia l’edizione con gli ascolti più bassi era stata quella del 2018, condotta da Jimmy Kimmel, vista da 26.5 milioni di americani.

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