La nostra recensione de Il colibrì, film d’apertura della Festa del Cinema di Roma 2022 nelle sale dal 14 ottobre

Marco Carrara, protagonista di Il Colibrì, ama giocare a poker, affidandosi alla sorte. Così tutta la sua vita è dominata da coincidenze, dal caso, da cui lui si fa trascinare senza mai fare lui un passo o uno scarto. Viene soprannominato il colibrì per la sua precarietà fisica (da piccolo è stato sottoposto a una cura ormonale per crescere in altezza e raggiungere una statura normale) che in verità è anche esistenziale: resta perennemente immobile e, come gli rinfaccia la moglie, è incapace di fare del male. Ma in questo sta il suo dramma: nel fatto che le tragedie di cui è costellata la sua vita sono dovute proprio alla sua attitudine, al fatto che essere di buon cuore non gli basta per evitarle. Nell’interpretarlo, Pierfrancesco Favino continua, dopo Nostalgia, il suo gran lavoro sul linguaggio, proponendo qui un marcato dialetto toscano. A questo unisce un ...