La saga di Transformers gode di un’incredibile longevità nonostante i suoi alti e i suoi molti bassi. È stata fondamentale, all’inizio, per far progredire gli effetti speciali (se esiste Iron Man è grazie anche a Optimus Prime). Poi è diventata espressione più pura del bayhem. Con sceneggiature sempre più esili per lasciare spazio a esplosioni e mutilazioni robotiche, la trasformazione (scusate il gioco di parole) è stata lenta ma inesorabile. Il franchise ha tentato diversi rilanci: una seconda trilogia targata Michael Bay e mai conclusa, l’esperimento di Bumblebee diretto da Travis Knight, e il recente Transformers – Il risveglio diretto da Diretto da Steven Caple Jr.

Oggi, lo spettro di Michael Bay aleggia ancora forte sulla saga, nel bene e nel male. E proprio per scoprire cosa sia questo bene e questo male abbiamo stilato la classifica dei film di Transformers dal peggiore al migliore. Abbiamo volutamente escluso dalla classifica Transformers – Il ritorno, appena arrivato in sala. Quello, se vorrete, potrete dirci nei commenti dove lo collochereste voi! Nel frattempo: leggete la nostra recensione.

Transformers 5 – L’ultimo cavaliere

L'ultimo cavaliere

Le tre posizioni più lontane dal podio sono un notevole esempio di come buttare via i soldi. L’ultimo cavaliere è quello che lo fa peggio, perché non solo pretende di essere più grande e grosso di tutti gli altri ma non ha neanche voglia di farlo. Bay ha scelto le cineprese IMAX, ma solo per qualche inquadratura. Sì avete capito bene, inquadratura, non sequenza. Così la visione sul megaschermo fu un continuo cambio di formato veramente stordente. 

Più Transformers va avanti più è difficile credere allo stupore degli del primo film. Praticamente da sempre i robot alieni sono stati tra noi. Qui addirittura c’è un’assurda scena di lotta (con esplosioni uguali a quelle del presente) ai tempi di Re Artù e Merlino. 

È però l’unica cosa che si ricorda di un film veramente poco interessante. Tutto è fatto nel modo più generico possibile. Persino Anthony Hopkins si perde nella scrittura di personaggi che servono solo a dire battute e tramite queste a portare avanti la trama raccontando cose. Qualche volgarità qua e là sembra nulla in confronto ai dialoghi agghiaccianti.

Tanto lo si vede per le botte tra giganti! Certo, il problema è che nei film di Bay prima i Transformers erano chiarissimi persino nei meccanismi che li compongono. A lungo andare sono diventati sempre più una paccottiglia incomprensibile in CGI. Inutile.

Transformers 2 – La vendetta del caduto

Transformers 2

Male gaze il film. Lo sguardo maschile applicato a Megan Fox per salvare un film senza trama. Roberto Orci e Alex Kurtzman scrissero un trattamento, poi esteso da Bay in sceneggiatura, poco prima dello sciopero degli sceneggiatori. Ne venne fuori una sorta di tour nelle meraviglie del mondo secondo Michael Bay. Ovvero: le piramidi, le donne, i robottoni.

Solo che l’estetica da documentario di National Geographic che si piega al soft porno guarda allo stesso modo sia le terga della Fox che quelle degli Autobot. Perfetto per suscitare bollori nei maschi etero adolescenti, il film è soprattutto un’occasione persa. Purtroppo, verrebbe da dire, perché diede una mazzata notevole ad una saga che farà molta fatica a non cadere nello stesso errore ancora e ancora…

Transformers 4 – L’era dell’estinzione

L'era dell'estinzione

Transformers 4 – L’Era dell’Estinzione voleva lanciare una nuova trilogia con nuove trame. Via l’inaffidabile e antipatico Shia LaBeouf, dentro l’inaffidabile e antipatico Mark Wahlberg. Si va in Asia, come faceva tutta Hollywood in quegli anni, a fare gli occhi dolci a un pubblico che ha dimostrato di impattare molto sul box office. 

Il film non è malissimo. La sottotrama adolescenziale è sempre odiosa e alcune scelte su come inquadrare la giovanissima Tessa (Nicola Peltz) sono alquanto discutibili. Però tutto sommato Transformers 4 azzecca alcune sequenze d’azione e prova a variare la formula leggermente ridisegnando i personaggi. Interessanti le abilità di Galvatron in un blockbuster estivo senza alcuna ambizione se non vendere i popcorn. 

Transformers 3 – Dark of the Moon

Dark of the moon

Transformers 3 – Dark of the Moon dura 60 minuti. Gli ultimi. Prima non esiste nessun film, solo una serie di momenti dimenticabili e altri proprio fastidiosi tra Rosie Huntington-Whiteley e Shia LaBeouf. Quando parte il bayhem però Transformers 3 va oltre qualsiasi cosa abbia mai fatto Bay fino ad allora. Ha montato sui caschi dei paracadutisti delle cineprese 3D per una spettacolare sequenza di ingresso nella battaglia. Solo che il campo in cui si contende il destino della terra è una Chicago in cui nel frattempo crollano palazzi, esplodono le strade, Autobot e Decepticon se le danno di tanta ragione. Goduria pura.

Michael Bay in questa sezione dirige in stato di grazia dando a tutto ciò che è enorme una scala ancora più gigante. C’è un gusto nel movimento, nella pura estetica dell’azione veramente travolgente. Ci si accorge poi di quanto questi film siano anche violenti, seppur non crudi. Se quello che succede alle macchine accadesse a persone saremmo di fronte a una carneficina terribile. Le amputazioni e le decapitazioni (dei personaggi in CGI) abbondano!

Oltre a questo c’è un prologo piuttosto intrigante che giustifica il titolo. Si poteva costruire di più il film intorno a questo. 

Transformers – Il risveglio

transformers il risveglio

Che sorpresa questo Transformers – Il risveglio. Steven Caple Jr. riesce a collocarsi esattamente a metà tra il solare Bumblebee e i tamarri film di Michael Bay. C’è una post credit imperdibile e deliziosamente assurda, ma il cuore del film è nell’incontro tra i Maximals (dalla serie Beast Wars) e i personaggi che già conosciamo, con qualche aggiunta interessante. Solita storia, però un po’ più rifinita. Persino gli umani funzionano abbastanza bene in un film passabile e cauto per 2\3.

Il terzo atto invece esagera, è lunghissimo, succede di tutto, cita almeno un paio di volte i film degli Avengers (l’entrata in scena di Bumblebee e la carica tutti insieme), si dedica con fierezza all’azione più grossa possibile. A sorpresa, quando ritorna il tema di Steve Jablonsky ci si emoziona pure. Lo fa nella maniera più bassa, sciocca, immediata, ma Transformers – Il risveglio è intrattenimento puro da cinema estivo per ragazzi che sa dare grande energia, che sa divertire con i suoi dialoghi più sciocchi senza prendersi sul serio, anzi, enfatizzando proprio quanto siano di grana grossa. Sarà che non ci si aspettava nulla, ma questo film è riuscito, insieme a Bumblebee, a dare segni di vita ad una saga che pareva spacciata.

Bumblebee

Bumblebee transformers

Il film più equilibrato, quello con più cuore e sincerità della saga, è anche l’ultimo a cui si pensa. È il paradosso di Transformers, di cui Bumblebee è vittima. Un film del genere dovrebbe essere l’equivalente di un’illuminazione mistica. Travis Knight ha lasciato i suoi impegni alla Laika per dimostrare che anche gli umani potevano meritare empatia quasi quanto le auto che si trasformano in robot. Per lo più prende la star de Il Grinta, Hailee Steinfeld, e le affida il ruolo di protagonista. Per la prima volta nel franchise una donna non oggetto!

Umorismo, un design sensato, un po’ vintage e quell’idea di avventura per tutta la famiglia a cui aveva pensato Spielberg. Herbie che incontra Il gigante di ferro. Si chiama Bumblebee. Sul finale si butta un po’ via, ma come non ammirare la pregevole fattura del suo insieme? Eppure, contro le esagerazioni, le vanterie di cattivo gusto e la voglia di eccedere è paradossalmente proprio il perfetto contegno di questo film ad apparire fuori luogo nella saga. Era la strada giusta da difendere!

Transformers

Transformers

Meno preciso di Bumblebee, il primo Transformers è comunque il migliore. Sarà la sorpresa di vedere in live action ciò che all’epoca era impensabile, soprattutto con una qualità visiva che non hanno più raggiunto. Sarà la straordinaria colonna sonora di Steve Jablonsky o l’influsso della santa mano di Steven Spielberg che ha benedetto il progetto. Eppure Michael Bay è riuscito a fare un bel film per famiglie in un gran film d’azione. Che belle le trasformazioni, riprese così nel minimo dettaglio che quasi ci si crede. Che grande ricerca sugli effetti sonori e sul senso di scala dal grande all’enorme!

Sbaglia Stephen King a odiarlo. Questo film è puro piacere visivo. Certo, diretto con la fantasia di un ragazzino, ma se si è disposti a soprassedere sulle solite debolezze (trama dozzinale, umorismo spesso fuori fuoco) si possono trovare tante idee. È un “coming of age” (sottotitolo perfetto per il prossimo Transformers). È sexy ed epico. È un blockbuster estivo adrenalinico e leggero che ha avuto moltissimi tentativi di imitazione nella sua atmosfera. Ha inaugurato l’idea grandiosa del discorso finale guardando il tramonto. Soprattutto però è un’avventura in cui viene voglia di essere protagonisti. E questa, è una grande vittoria.

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