Ecco i migliori film di settembre 2023 che abbiamo visto al cinema o in streaming

Molto di quello che vediamo e raccontiamo con una recensione si perde. Alcune volte sono i film piccoli a non ricevere l’attenzione che meriterebbero, altre volte sono i migliori. Abbiamo così deciso di fare un piccolo riassunto ogni mese del meglio tra ciò che abbiamo visto. Senza distinzioni. Film usciti in sala, usciti in noleggio, usciti su una piattaforma in streaming come anche quelli visti ai festival e che non sono ancora usciti.

L’idea è quella di ricapitolare tutte le nostre segnalazioni scremando verso l’alto solo quello che pensiamo non vada perso, non debba sfuggire e meriti una visione. Ci saranno i film più noti e pubblicizzati come anche, con una certa preferenza, quelli che meno noti e dotati di una cassa di risonanza meno forte, che quando lo meritano hanno più bisogno di un riflettore su di sé per farsi notare. Nel complesso i migliori film di settembre 2023 secondo noi.

el conde netflix

El Conde

Pablo Larrain è davvero un regista che sa divertirsi con il cinema. I suoi film hanno sempre delle idee chiare e una poetica precisa, come molti dei grandi autori internazionali, in più hanno quasi sempre una chiave inusuale che li rende eccezionalmente vivaci e dinamici. C’è proprio nelle sue immagini, anche quando sono drammatiche come in Tony Manero o Il club, una qualità attrattiva che nasce dal piacere di girare e creare qualcosa di curioso e poi manipolarlo ed esplorarlo con l’eccitazione di uno scolaretto. Divertirsi insomma. Stavolta è particolarmente evidente: Augusto Pinochet è vivo, ed è sempre stato un vampiro. C’è un’allegoria abbastanza diretta al centro di questa trovata, ma il piacere di Larrain sta tutto nell’esplorarla, nell’inventare una backstory, dei villain e poi in un colpo di grande senso, anche una geniale discendenza ribaltata, cioè un personaggio venuto dopo Pinochet che sarebbe sua madre.

LA RECENSIONE COMPLETA


il cigno recensione

I corti di Wes Anderson

La meravigliosa storia di Henry Sugar, Veleno, Il cigno e Il derattizzatore sono qualcosa di mai visto prima nei film di Wes Anderson, l’esplorazione in certi casi di generi diversi, in altri di modalità espressive diverse, in altri ancora di un minimalismo che fino a oggi non gli era mai appartenuto. Collettivamente mostrano uno stato di forma che i suoi lungometraggi più recenti sembrano negare. Sono sicuramente i migliori adattamenti mai fatti da racconto di Roald Dahl e qualcosa che ricorderemo a lungo.


io capitano

Io capitano

Il rischio, grandissimo, è che Io Capitano sembri un film decisamente edulcorato, ingenuo quanto il suo personaggio quando, nel presentare la vita del sedicenne Seydou (Seydou Sarr), mostra il Senegal come una terra quasi idilliaca, colorata, di visi sorridenti, persone unite, danze e convivialità. È tuttavia proprio questa edulcorazione fiabesca e insieme l’ingenuità incredibile di Seydou e di suo cugino Moussa (Moustapha Fall) a rendere universale e molto più empatizzabile a un occhio straniero questo personaggio e, di conseguenza, un’avventura che invece di familiare, per noi, non ha proprio nulla.

LA RECENSIONE COMPLETA


flora and son

Flora and Son

Che John Carney sia un ottimo autore di film musicali lo avevamo già visto con OnceTutto può cambiare e Sing Street: quello di Carney è un cinema di buoni sentimenti, apparentemente semplice, ma la cui leggerezza rivela sempre una profondità commovente e dove la musica ha spesso un valore terapeutico, positivo, unificante. Con Flora and Son, Carney porta ancora avanti con quella stessa passione l’idea della musica come necessità espressiva del singolo, un linguaggio alla portata di tutti (anche i principianti) e che qui, nella forma di una vecchia chitarra acustica, rivoluziona nei modi più belli e inaspettati la vita di un intero nucleo famigliare.

LA RECENSIONE COMPLETA


talk to me

Talk To Me

L’idea di Danny e Michael Philippou per Talk To Me è che questa forma di spaventoso contatto con i morti sia come la droga: qualcosa di molto pericoloso che viene fatto con molta leggerezza in gruppo; qualcosa di proibito che si fa di nascosto e che proprio per le conseguenze che può avere eccita. Quell’eccitazione lì di gruppo (ci sono i bulli che spingono tutti, c’è la ragazza per bene che ha paura, i fratelli minori che aspirano a farlo, l’insicura che si fa spingere…) insieme alle dinamiche tra ragazzi è creata benissimo e Talk To Me “eleva” l’idea tipica dell’horror della seduta spiritica, o pseudo tale, a rappresentazione del desiderio bruciante di emozioni forti che sublima (in un certo senso) o accompagna quello sessuale.

LA RECENSIONE COMPLETA


Classifiche consigliate